MATTEO MARCELLO
Cronaca

Dopo la protesta, lo stipendio. Cds, dipendenti in sciopero: “Situazione insostenibile”

Il presidio davanti ai cancelli, poi sono arrivati gli stipendi di dicembre. Sede sotto sfratto, i sindacati non abbassano la guardia: inviata una lettera al Prefetto

La protesta

La protesta

La Spezia, 6 febbraio 2024 – La buona notizia è arrivata solo nel primo pomeriggio, dopo una mattinata di sciopero e protesta, ma la situazione resta comunque molto complicata. La Cds (ex Call&Call) ha pagato gli stipendi di dicembre. A comunicarlo, i sindacati, artefici da mesi di una lotta serrata sfociata, proprio ieri mattina, nella protesta davanti ai cancelli della storica sede delle Pianazze. "Un risultato importante ottenuto grazie alla generosa mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori – dicono le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil –. Se questo è il sistema che serve all’azienda per pagare il giusto stipendio a chi lavora, allora possono stare certi che tutti i mesi scenderemo in sciopero. Ci auguriamo però che d’ora in avanti ci possa essere rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori di Cds e che gli stipendi siano erogati in modo regolare. Da parte nostra tutta la disponibilità e volontà affinché si instaurino corrette relazioni sindacali". Certo, i problemi da risolvere sono ancora tanti, come sottolinea la segretaria di Slc Cgil, Tiziana Venelli. "Da molto tempo ci sono problemi con gli stipendi, curioso che subito dopo la protesta siano arrivati i bonifici. La cosa che ci fa arrabbiare è che, non abbiamo un vero interlocutore dell’azienda: l’abbiamo incontrato per la prima volta a dicembre, quando sono venuti a raccontare che l’azienda era in crescita, e che a primavera i lavoratori sarebbero entrati in nuova azienda holding del gruppo". Una delle tegole più grandi è rappresentata dallo sfratto che incombe sulla struttura in cui operano i lavoratori. "L’azienda è stata più volte convocata dal tribunale di Monza (che gestisce lo stabilimento a seguito del fallimento dell’azienda precedente) e invitata a lasciare l’immobile. Avevano detto che a settembre avrebbero lasciato l’edificio, ora si parla di fine mese. Anche a noi hanno detto di non preoccuparci, ma abbiamo dubbi sul fatto che abbiano trovato una nuova sede". La vendita dell’attuale struttura da parte del tribunale andrebbe a sbloccare una mensilità e metà tredicesima del 2019 dei dipendenti confluiti nel fallimento. Sulla vicenda, ieri pomeriggio le stre sigle di categoria hanno sottoscritto una lettera al Prefetto della Spezia, invitando a fare luce.