Formidabili quegli anni. Sale da ballo che improvvisamente si trasformavano in palazzetti gremiti di pubblico in festa, notti insonni ad aspettare che una voce dalla radio annunciasse le vittorie dei campioni impegnati a prendere a pugni la vita e il successo. Giorgio Bambini, Bruno Visintin, figli di Spezia, sono stati grandi interpreti della “noble art“ vincendo titoli importanti e portando il nome della città nel mondo. Ma la memoria spesso è corta e di quelle gesta e imprese che restano scritte negli annali e negli almanacchi, nella realtà, non hanno lasciato traccia. Giorgio e Bruno campioni sul ring, accomunati dalla passione con i guantoni e anche dall’anno della scomparsa. Entrambi se ne sono andati nel 2015 e ancora aspettano che la città di Spezia si ricordi di loro. Intitolandogli una strada oppure una piazza, una via ma anche semplicemente una targa commemorativa
Dal punto di vista burocratico devono in realtà trascorrere 10 anni dalla morte prima di poter concretizzare il progetto di intitolazione pubblica. E il conto alla rovescia sta per scadere. Il nome di Giorgio Bambini è legato in particolare a Mexico 1968. Alle Olimpiadi vinse la medaglia di bronzo nei pesi massimi superato in semifinale da George Foreman, uno dei più grandi boxeur di tutti i tempi. Giorgio, allievo del maestro Tito Rodinetti, ha disputato da professionista e vinto 15 incontri ottenendo anche la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo nel 1967. Un gigante di 1 metro e 92 centimetri, una figura imponente sul quadrato. Giorgio, il postino che sfidò Foreman nella notte di ottobre del 1968 nel momento più bello per la carriera di uno sportivo: le Olimpiadi. Bambini era originario dei Prati di Vezzano e proprio nella piccola frazione ancora oggi ha tanti amici e ha lasciato tanti ricordi. Da anni l’avvocato e consigliere comunale Massimo Lombardi, uno dei “fanti“ dei Molinello, sta cercando di sensibilizzare l’amministrazione comunale di Spezia affinchè venga intitolata una pubblica via a Giorgio Bambini. "Non mi sono mai arreso – spiega Massimo Lombardi – e aspetterà lo scoccare del decimo anno dalla scomparsa di Giorgio per tornare alla carica. Nel 2025 saranno trascorsi 10 anni dalla sua scomparsa quindi non ci saranno più ostacoli". Giorgio Bambini ha ottenuto tanti successi nella categoria dei dilettanti conquistando quattro volte il titolo italiano dei pesi massimi, battendo, nel 1965, 1966 e 1967, il bresciano Mario Baruzzi e, nel 1968, Aldo Piccinali.
Ai Giochi del Mediterraneo 1967, disputati a Tunisi, vinse la medaglia d’oro, battendo in finale il greco Efstathios Alexopoulos. Alle Olimpiadi in Messico sconfisse il tedesco occidentale Dieter Renz e successivamente il bulgaro Kiril Pandov perdendo poi in semifinale con George Foreman, ovvero uno dei più forti pugili di tutti i tempi. Da professionista ha chiuso la carriera nel 1971 con 15 successi. E poi il ritorno all’attività professionale come dirigente delle Poste a Spezia alternando il suo impegno come dirigente sportivo.
"Era un maestro di vita – prosegue Massimo Lombardi – per noi ragazzetti che pensavamo a come organizzare le coreografie delle partite dello Spezia ritrovandoci nella sede dell’Orgoglio Spezzino. Eravamo anche un po’ indisciplinati e allora Giorgio ci teneva a bada, con il suo modo a sorta di zio acquisito per tutti noi oltre che un mito. Quando raccontava della sua carriera al circolo del Molinello restavamo a bocca aperta e per questo quando se ne è andato mi sono ripromesso di non farlo dimenticare. La città gli deve qualcosa perchè la sua memoria di uomo e sportivo non venga dimenticata". In città qualche anno fa la figlia Barbara gestì un ristorante che portava il nome di Mexico 68, in ricordo della grande esperienza di papà alle Olimpiadi.
"Come consigliere comunale – chiude Massimo Lombardi – avevo presentato la richiesta di intitolargli una starada. Così come ho fatto con Graziano Battistini la leggenda spezzina del ciclismo riuscendo a ottenere un tratto della pista ciclabile di fronte al museo del ciclismo. Mi venne risposto che per un cambio di toponomastica oppure per l’intitolazione avrebbero dovuto essere trascorsi 10 anni dalla scomparsa. Adesso ci siamo, è arrivato il momento e tornerò a bussare alle porte della commissione comunale per dare inizio alle procedure". Una richiesta che potrebbe essere affiancata a quella di un ricordo anche per Bruno Visinti.
Massimo Merluzzi