Nell’ambiente di lavoro i cappellani operano per suscitare e sostenere i cristiani più sensibili ad un’opera di apostolato nell’ambiente della fabbrica. I cappellani del lavoro, presenti nelle fabbriche e in genere nei luoghi di lavoro, hanno rappresentato e tuttora rappresentano una dimensione importante dell’apostolato alla luce della dottrina sociale. Nella seconda parte del ’900, in particolare in Liguria e Genova, sotto l’episcopato del cardinale Giuseppe Siri e dei suoi successori, tale esperienza ha dato vita a strutture operative importanti ed ha visto operare sacerdoti davvero significativi. Si inserisce qui l’incontro previsto alla Spezia per domani alle 17.30: nella sala al terzo piano di Casa Massà, in via Cadorna 24, l’Ucid, Unione cristiana imprenditori e dirigenti, presenterà infatti il libro ‘Quel prete che viene in azienda’, scritto dal giornalista di Rai 3 Liguria Enzo Melillo. L’evento, spiegano i promotori, "vuole collocarsi nelle iniziative di ricerca di un nuovo umanesimo nel mondo del lavoro a partire da esempi virtuosi". Dopo il saluto iniziale del vescovo Luigi Ernesto Palletti, seguirà l’introduzione del presidente Ucid Roberto Guido Sgherri. Al termine della presentazione del volume da parte dell’autore, seguiranno un intervento del segretario provinciale della Cisl Antonio Carro e un dibattito tra i presenti moderato dal giornalista e docente Nicola Carozza. Proprio Carozza, nei giorni scorsi, è intervenuto a Genova al convegno promosso dall’Università sul tema ‘La politica cattolica tra riforma e tradizione: gruppi e figure della Genova del post-Concilio’, dove ha tenuto la relazione sul tema ‘Monsignor Aurelio Torrazza e l’esperienza dei cappellani del lavoro’. Perché anche alla Spezia, fin dagli anni Cinquanta, il vescovo Giuseppe Stella aveva costituito una sezione locale dell’Onarmo, l’Opera di assistenza religiosa e morale agli operai, poi sostituita dal vescovo Siro Silvestri con la Commissione diocesana per il mondo del lavoro.
m. magi