La Spezia, 21 luglio 2016 - Detenuto per reati contro il patrimonio e le persone, aveva ottenuto il permesso di assentarsi tre giorni dal carcere della Spezia, con l’obbligo di non allontanarsi dalla città. Questione di buona condotta. Ma il tarlo invisibile della rapina era tornato a scavare nel suo cervello, sconnettendolo dalle buone attenzioni palesate al magistrato di sorveglianza. Pantaleo Losapio, 38 anni, milanese di origine, era tornato ad indossare i panni del bandito. E ieri, a poco meno di cinque mesi dal fattaccio, è stato condannato a tre anni e 6 mesi di reclusione, con rito abbreviato, assistito dall’avvocato Arianna Pucci che è riuscita così a minimizzare la portata della resa dei conti.
All'epoca Losapio azzerò il programma di reinserimento sociale in vista dell’agognata libertà. Sì, perché il colpo messo in atto sull’onda del ritorno di fiamma – una rapina al Penny Market di viale San Bartolomeo, con l’aggressione di due commesse - si risolse in un autogol, complice intuizioni, determinazione e sinergie espresse da una guardia della vigilanza privata e dai poliziotti della squadra volante. Questi gli bloccarono la fuga, stringendolo in una morsa senza scampo, efficacamente orientati dal vigilante che, disarmato, si era messo alle sue calcagna. Risultato: il bottino - costituito da un rotolo di banconote per complessivi 1190 euro - era tornato alle casse; tanti complimenti, da parte dei clienti del market, ai poliziotti della squadra volante, al vigilante e tanta solidarietà alle commesse di 41 e 37 anni costrette alle cure del pronto soccorso: prese da dietro e per il collo, avevano riportato ferite guarite in sette giorni, e anche uno stress cardiaco di non poco conto: il bandito appariva armato, con la mano in tasca per simulare l’impugnazione di una pistola.
Con l’altra mano aveva arraffato il denaro di fronte ai clienti in coda alle casse. «Dammi i soldi cretina», la frase di rito pronunciata prima all’indirizzo di una e poi dell’altra commessa. Erano le 19,30 di lunedì 29 febbraio quando andò in scena la rapina e la controffensiva messa in atto dalla guardia privata in divisa e poliziotti dopo la fuga del bandito col malloppo. Fu bravo il vigilante della «Scientifica servizi srl», Andrea Frumento di 56 anni, a porsi immediatamente sulle tracce dell’uomo e a lanciare subito l’allarme al 113. Il malvivente, vistosi braccato, si era nascosto poco lontano, in mezzo ad una fitta vegetazione di rovi e arbusti, in via Maralunga. E lì, dopo l’invervento concentrico di due volanti, da via Carducci e da viale San Bartolomeo, era stato stanato. Ieri la conclusione del processo davanti al gip Marta Perazzo, con l’accusa sostenuta dal pm Giovanni Maddaleni. Corrado Ricci