Genova, 14 maggio 2024 - “Toti si dimetta, le funzioni pubbliche vanno svolte con disciplina ed onore”. È questo, in sintesi, l’intervento di Roberto Centi, della Lista Sansa, oggi in consiglio regionale.
“Non è vero che il Paese si ferma se vengono meno coloro che hanno ricevuto un avviso di garanzia – spiega Centi – . L’Italia va avanti lo stesso, anzi meglio, io mi onoro di far parte dell’Italia maggioritaria che non è colpita da indagini e da avvisi di garanzia. Io sono sgomento da quello che è successo e sono sorpreso, perché tutto quello che potevamo pensare su questo sistema di potere è ben lontano da quello che sta emergendo. C’è un vulnus enorme della democrazia, e non riguarda solo le precedenti elezioni, ma voglio ricordare che le nostre risorse a disposizione rispetto alla corazzata Toti erano infime; Ferruccio Sansa nelle elezioni regionali del 2020 ha speso 50mila euro di fronte alle centinaia di migliaia di euro di Toti. Non abbiamo certamente combattuto ad armi pari”.
“Questa vicenda fa male a tutti – prosegue il consigliere regionale – , perché le persone diranno che la politica fa schifo e allora avremo le tifoserie che andranno a votare e la gente normale si rifugerà nell’astensionismo. C’è stato un vero e proprio corto circuito di interessi che ha coinvolto la politica, l’imprenditoria, istituzioni come l’Autorità portuale di Genova; commerci di voti anche contigui alla mafia. Il consiglio regionale è stato completamente svuotato della sua funzione di controllo, ridotto spesso ad un votificio secondo prescrizioni del presidente Toti”.
Poi uno sguardo al proprio territorio, da parte dello spezzino. “Sul Comune di Porto Venere in questi anni – aggiunge Centi – ho presentato dodici interrogazioni che molto hanno a che fare con l’inchiesta in corso. Uno stralcio di una: chiedevo come mai la scuola elementare di Porto Venere fosse finita ai fratelli Paletti del Gran Hotel; la cosa mi incuriosiva e mi preoccupava, e la Regione rispondeva che non aveva alcuna competenza in materia. Ma il sindaco di Porto Venere era il Capo di Gabinetto di Toti! Il sindaco Cozzani doveva ben sapere. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che quella vicenda poteva diventare una parte di una ben più ampia con l’esito che conosciamo?”.
“Chiudo con due considerazioni sul finanziamento pubblico dei partiti e sul garantismo: sulla parola garantismo si sta facendo una grande operazione ipocrita. Il garantismo non è la garanzia di impunità, non si può sentire che occorra aspettare il terzo grado di giudizio per decidere se una persona è colpevole o no. Ci sono questioni di opportunità politica, non possiamo aspettare dieci anni, il destino politico della Regione Liguria va affrontato ora. Io sono favorevole al finanziamento pubblico dei partiti, fatto in maniera seria, trasparente e democratica, non è possibile che alle elargizioni private corrispondano provvedimenti politici mirati. Cito l’articolo 54 della Costituzione. I cittadini che esercitano ruoli pubblici devono adempierli con disciplina ed onore: la disciplina verso le leggi e gli ordinamenti e l’onore nei confronti del popolo, dei cittadini. Mi associo quindi alla richiesta di dimissioni del presidente Toti e come presidente della Commissione antimafia mi adopererò per lo studio di leggi e provvedimenti futuri che traccino una linea di condotta per quanto riguarda le questioni di lobbing, conflitto di interessi e trasparenza”.