La Rete spezzina “Pace e Disarmo“ ha modificato la struttura organizzativa. Sono stati nominati i nuovi portavoce: Lucia Catani, Giancarlo Saccani e Stefano Sarti insieme ai quali collaboreranno i rappresentanti di alcune delle associazioni aderenti alla Rete: Giorgio Beretta (Opal), Eva Capellari (Acli), Luca Comiti (Cgil), Stefania Novelli (Arci), Giorgio Pagano (Anpi).
Alla nuova struttura organizzativa, nata due anni fa, aderiscono 29 associazioni spezzine e numerose persone a titolo individuale per rispondere all’appello del movimento pacifista e non violento nazionale, sotto lo slogan: “Se vogliamo la pace, prepariamo la pace! Con opere e azioni di pace. Ogni giorno. Tutti i giorni”.
Da allora ogni lunedì, con una continuità quasi ininterrotta, si è tenuto in piazza Mentana il presidio settimanale, ognuno scandito da un argomento scelto tra quelli che rispondono all’appello della Rete italiana Pace e Disarmo: “Cessate il fuoco in Ucraina, in Palestina, in ogni conflitto oggi aperto. Disarmare ora per salvare le persone e il pianeta”.
Anche la Rete spezzina ha infatti aderito alla Rete nazionale e si è impegnata in questi due anni per la pace in Ucraina e in Palestina e per alcune campagne di carattere nazionale: per l’obiezione di coscienza alla guerra e per la difesa civile e non violenta. Da sottolineare l’impegno a livello locale promuovendo la petizione “No Base blu. Un dibattito pubblico per un Golfo di pace, lavoro e sostenibilità” e per la realizzazione di un osservatorio sull’industria armiera e sulle prospettive di una sua diversificazione.
"Il presidio settimanale – spiegano Lucia Catani, Stefano Sarti e Giancarlo Saccani – e l’insieme delle iniziative della Rete sono un’importante risorsa civile della città, che ci rende tutti orgogliosi. Nei prossimi appuntamenti daremo continuità a tutte le iniziative e campagne in corso. Abbiamo chiesto un incontro ai sindaci del Golfo, dopo il successo della petizione, perché il dibattito pubblico sul progetto Basi blu si realizzi al più presto. Ora è soprattutto il momento di batterci per un’Europa di pace di sicurezza condivisa e comune di tutti i popoli e di contrastare la corsa al riarmo e l’economia di guerra. Nessuno la guerra la vince, la pace invece la possono vincere tutti".