I Sacchi di Sabbia possiedono due anime: una derivazione alla De Filippo e un’atmosfera sospesa e metafisica. La compagnia sarà protagonista, oggi e domani al Dialma, di ‘I greci sono gente seria?’, due giorni dedicati da ‘Fuori luogo’ al riso e alla danza nell’antica Grecia. Tre conferenze-spettacolo di Mementi Comici e una rappresentazione finale. Primo appuntamento oggi con ‘Riso e Saggezza’ alle 18.30, mentre ‘Riso e Oscenità’ andrà in scena alle 20.30; terza tappa di Mementi Comici dei Sacchi di Sabbia, ‘Riso e tempo’ domani, alle 18.30. A completare la due giorni dedicata ai classici, alle 20.30, lo spettacolo ‘I Greci gente seria! Come i danzatori’ di Quotidianacom. Dell’evento parliamo con Giovanni Guerrieri dei Sacchi di Sabbia.
Coi Mementi Comici tre conferenze, quale di solito fa più ridere? "Forse quella sull’oscenità – esordisce Guerrieri –. È la più piccante e dove c’è il piccante, c’è la risata più sguaiata. Il proposito di questa conferenza è dimostrare che l’esibizione dell’organo genitale da sempre, dai tempi dei tempi, è comica. Volgarmente, grossolanamente, perfino apotropaicamente e religiosamente comica. La prima commedia che ci è pervenuta, la più antica, del 425 a.C., ‘Gli Acarnesi’ di Aristofane, ruota attorno a un fallo ligneo. E in precedenza, i due apparati genitali erano presenti nei riti propiziatori e appartenevano alla sfera religiosa: il teatro li profana".
Con i classici si racconta anche il presente o verrà un giorno in cui la società sarà mutata talmente tanto da renderli anacronistici? "Non sono in grado di rispondere. In qualche maniera, questi testi così antichi, sono pure così semplici nella capacità di andare a toccare la ‘dolente nota’. Parlo di quella che è la contraddizione stessa dell’esistenza: il conflitto dell’uomo con i suoi simili e con la natura. Su tutto questo gli antichi hanno detto la loro, attualissima. Non hanno, naturalmente, parlato del confronto tra l’uomo e la ‘macchina’ e il rapporto con l’intelligenza artificiale, ma per il resto c’è tutto il germe dell’umanità e ce lo porteremo dietro per sempre".
I vostri Mementi Comici sono anche seminari di approfondimento per l’Università di Pisa. Come è nata la collaborazione? "Mi sono laureato in quell’ateneo e sono un cultore della materia, ho una carica onoraria e spesso ho proposto corsi di regia, avendo le mie ore di insegnamento. L’opportunità per i Mementi Comici nasce da un invito fatto un paio di anni fa ed è chiaro che spiegare la comicità può essere semplice per chi, come noi, naviga intorno a questo argomento da un trentennio ed è forte di molti studi. Ecco, quindi, nel ciclo ‘I ‘mestieri’ del Teatro: dietro e oltre il sipario’ a cura di Eva Marinai, il seminario insieme a Giulia Gallo".
‘Sacchi di Sabbia’ e ‘Fuori Luogo’, un legame solido? "Con gli Scarti e in particolare col suo presidente Andrea Cerri, ci unisce un rapporto di profonda amicizia e stima. La loro è una delle realtà più vive del panorama teatrale italiano. Il recente Premio Ubu? È arrivato tardi, se lo meritavano ben prima. Gli Scarti hanno quell’occhio speciale, capace di leggere avanti, per questo riescono a catturare il nuovo. E soprattutto, sanno dove proporlo perché non sia fine a se stesso. Non solo al Dialma, hanno compiuto un grande lavoro anche a Sarzana, al Teatro degli Impavidi, dove non trattano l’avanguardia, ma curano una stagione pensata, di grande qualità".