Racconta di quella del mare, solcando il quale ha trascorso buona parte della sua vita. Racconta di quella del deserto, della Libia in particolare, che del mare ne è contraltare. E racconta di quella del sangue, che talvolta è il prezzo supremo da pagare. Infine, racconta di quella del sudore: della fatica cioè che traduce l’ impegno di una vita. ’Salinità – Una storia di mare, deserto, sangue e sudore’ prima ancora di essere il titolo del suo primo libro, edito da Casa Editrice Il Filo di Arianna e uscito ufficialmente nelle librerie spezzine il 13 novembre scorso, è per il suo autore, l’ammiraglio di squadra Giorgio Lazio, un modo di essere. Integerrimo, rigoroso, sempre fedele ai propri valori e, soprattutto, a sé stesso.
Nato a Treviso, dopo aver concluso brillantemente gli studi al collegio ’Morosini’ di Venezia e all’Accademia Navale di Livorno, ha comandato numerose unità e formazioni navali, fra cui la porta-aeromobili Giuseppe Garibaldi. Ha trascorso poi la sua vita professionale fra incarichi in patria e all’estero, dove ha maturato una grande esperienza dell’agone internazionale, concludendo nel 2021 la sua prestigiosa carriera alla Spezia come comandante marittimo Nord. "Questa del libro è stata per me un’esperienza completamente nuova e diversa– spiega l’Ammiraglio Lazio –: una sfida nei confronti di me stesso che ho intrapreso quasi per gioco per vedere fino a che punto sarei stato capace di trasporre esperienze di vita e professionali in un lavoro con una forte componente di fantasia". Realtà e immaginazione dunque, due ingredienti di un preciso genere narrativo. "Quella che più mi affascina – continua l’Ammiraglio Lazio – è la narrativa di stampo anglo-sassone, in particolare le cosiddette ’non-fiction novels’, romanzi con personaggi e vicende inventate ma collocate entro un impianto storico, sociale e politico di fatti realmente accaduti. L’idea di cimentarmi – continua l’ammiraglio – è nata quando alcuni giovani laureati, per i quali svolgo attività di tutor nell’ambito dell’associazione ’Mondo internazionale’ mi hanno suggerito di riunire in un romanzo tutte le esperienze vissute durante la mia carriera nella Marina militare. E così, capitolo dopo capitolo, utilizzando la tecnica di continui flashback, cara alla letteratura che prediligo, ho finito per appassionarmene".
Un lavoro di scrittura che lo ha impegnato per circa otto mesi, durante i quali il filo rosso – guida dell’autore e del suo personaggio – è ciò che di essenziale rimane a brillare sotto il sole quando l’onda si ritira: la salinità appunto. "La associo innanzitutto all’acqua del mare – precisa – e il mare così come il sale è ciò che, per me, contraddistingue la persona integerrima, sotto il profilo etico e, soprattutto, intellettuale". Un libro che, scevro da intenti didascalici, mira a tracciare, spiegandone complessità e rapporti, realtà molto complicate come quella del Medio Oriente e dello scacchiere libanese in particolare, attraverso il suo protagonista che diventa involontario attore di una vicenda dal respiro internazionale. Ma così come specchio d’acqua è il mare, anche la scrittura può diventare specchio per le emozioni e i ricordi che, sedimentati, trovano qui senso e ordine:
"A me il libro è caro nella sua totalità – spiega ancora Lazio – perché mi ha riportato a persone che ho incontrato e a episodi che ho vissuto, talvolta anche drammatici: tutti momenti che il mio protagonista, in alcuni casi, vive appieno mentre in altri vi passa semplicemente accanto". E alla domanda su quanto ci sia di sé stesso nel romanzo lui risponde: "Tantissimo, e non solo nel protagonista ma, a quote diverse, in molti altri personaggi; sia maschili che femminili". Alma Martina Poggi