Pochi, e pure al freddo. In un Arsenale che attende da anni rinforzi, si lavora con giubbotto, sciarpe e guanti a causa dei termosifoni guasti. Lo denunciano, ancora una volta, i sindacati, che anche per questo motivo hanno deciso di continuare la battaglia con i vertici della Marina, confermando la rottura delle relazioni sindacali.
Un tema, quello degli uffici senza riscaldamento, che secondo i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Flp affonda le sue radici nella decisione della Marina di chiudere, attraverso la piattaforma Consip, un accordo con i privati per l’affidamento del servizio energia e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di condizionamento e riscaldamento della base navale. "Ciononostante – rilanciano Emanuele Bernardini, Carlo Pietrelli, Andrea Canali e Christian Palladino – a oltre due mesi dall’avvio gran parte dei luoghi di lavoro non sono riscaldati. Avevamo tentato di sensibilizzare l’amministrazione rispetto all’esternalizzazione coatta dei servizi, ma le aspettative sono state disattese. Non si ha chiara evidenza delle attività effettivamente condotte, alcuni impianti di riscaldamento che sarebbero dovuti essere in funzione già da novembre, sono ancora fermi; altri evidenziano malfunzionamenti. A pagarne le conseguenze sono sempre i dipendenti, costretti a lavorare in condizioni inadeguate: 15 gradi negli uffici, benché possano rientrare nel margine contrattuale, sono troppo bassi per garantire un livello minimo di confort. Nelle officine la temperatura è ancora più bassa, per non parlare di alcune cucine delle mense". Una situazione analoga è stata riscontrata dai sindacati alla mensa della ‘Duca degli Abruzzi’, dove "i commensali sono costretti a consumare il pasto coperti dai giubbotti. È un preciso dovere del datore di lavoro garantire i requisiti minimi, in termini di igiene, sicurezza e microclima", e problemi si riscontrerebbero anche a Maricommi, dove "oltre al disagio termico, alcuni operatori si trovano a operare in locali transennati, con restrizioni d’accesso o di transito. In alcuni edifici all’interno delle mura dell’Arsenale, destinati al vestiario ma sempre alle dipendenze di Maricommi – segnalano i sindacalisti – addirittura vi piove all’interno, così come in alcuni uffici della palazzina 52C di Marinarsen. Matteo Marcello