Mitigare il rischio idrogeologico restaurando parte delle opere che, diversi secoli fa, furono realizzate proprio per ridurre i pericoli legati all’esondazone di torrenti e rii. A Riccò del Golfo, l’amministrazione Figoli punta al Bando Piccoli Comuni con l’obiettivo di sistemare il reticolo idrico minore, e l’intenzione è quella di rispolverare e riammodernare le antiche opere di ingegneria idraulica che furono realizzate nel Settecento. Come il tunnel idraulico di Casella, pensato che convogliare l’acqua del fosso del Fontaro verso valle, a protezione delle abitazioni e dei terreni circostanti: una galleria imponente oggi in disuso. "Ci sono importanti opere idrauliche ereditate dal passato, realizzazioni piuttosto imponenti, frutto di lavoro altamente specializzato, che evidenziano un rapporto prudenziale e molto consapevole con i corsi d’acqua – dice il sindaco Figoli –. Molti manufatti sono sono andati perduti o gravemente snaturati, altri come il tunnel del fosso del Fontaro rappresenta oggi una scommessa, e vogliamo vincerla. Siamo alla guida di un territorio fragile, costantemente chiamato in causa da un meteo che aggredisce strade e fasce agricole: per questo, abbiamo iniziato da tempo un costoso piano di investimenti e progettazione, che raccoglie il testimone e rilancia sui grandi temi del passato". Il progetto è di oltre mezzo milione di euro, e prevede la riqualificazione della galleria idraulica del Fontaro, il ripristino del corso d’acqua tombinato negli anni Sessanta. "L’obiettivo è migliorare la sicurezza degli abitati, anche e soprattutto dalle forti piogge. Si procederà alla ridefinizione del corso d’acqua, i cui primi danni risalgono all’alluvione del 2011, e acuiti dall’esondazione del 2019 in cui si verificò anche l’esplosione della tombinatura. Eliminate le sovrastrutture in calcestruzzo e le insufficienti tubazioni, ritroveremo un borgo, Casella, con i suoi corsi d’acqua di cui non aver più paura". Si interverrà poi a Valdipino, sul ponte che attraversa il torrente Riccò. "È prevista la riscoperta e valorizzazione del grande ponte a due arcate in arenaria, con la liberazione di entrambe le arcate dai detriti accumulati negli anni, la riscoperta e messa in pristino della vasca di laminazione antica, della quale emergono ancora gli argini delle origini in pietra – dice Figoli –. che tornerà ad essere un elemento importantissimo per garantire sicurezza al capoluogo e alle piane a valle". Un intervento complesso, che per la sua progettazione ha richiesto una lunga analisi con l’ausilio di droni e mezzi di rilievo straordinari, derivanti dallo stato impervio del corso d’acqua. "Oltre al bando per i Piccoli Comuni, si ricercherà ogni fonte di finanziamento che possa permettere questo indispensabile salto di qualità" chiosa il sindaco.
Matteo Marcello