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L'interno del ristorante
La Spezia, 25 febbraio 2025 – Carenze igienico sanitarie e altri problemi: chiuso un ristorante di sushi. Nell’ambito dei controlli ufficiali programmati dal Dipartimento di Prevenzione di Asl 5 agli operatori del settore alimentare, portati avanti dalla Struttura Complessa di Igiene degli Alimenti di origine animale diretta da Mino Orlandi, che in questo momento si sta concentrando sulla ristorazione pubblica che propone piatti etnici a base di pesce crudo (sushi e sashimi), i veterinari ufficiali hanno proceduto ieri, 24 febbraio, ad ispezionare un ristorante di Spezia tra i più grandi tenuto conto dei posti a sedere.
Durante il sopralluogo sono emerse gravi carenze igienico-sanitarie in violazione del disposto normativo europeo sull’igiene degli alimenti: superfici e strutture ammalorate e non sanificabili, assenza di acqua calda in tutti i lavandini, disordine generalizzato e assenza di un’efficace lotta agli infestanti. Nei locali, infatti, è stata riscontrata la presenza di roditori e insetti striscianti con rinvenimento di feci e carcasse di entrambi. Inoltre, in cella frigorifera sono state riscontrate criticità nel mantenimento delle temperature e del rispetto della catena del freddo necessaria per lo stoccaggio degli alimenti congelati.
Gli illeciti amministrativi commessi dal ristoratore sono stati puniti con sanzioni amministrative pecuniarie per 3.000 euro, ma la gravità e complessità delle non conformità rilevate ha comportato anche il provvedimento amministrativo di sospensione dell’attività, ai sensi dell’art. 138 del Regolamento comunitario numero 625 del 2017, fino al completo ripristino della conformità.
“L’obiettivo di questi controlli è quello di migliorare l’igiene dei locali in cui viene preparato il cibo e la salubrità degli alimenti al fine di sensibilizzare gli operatori della ristorazione al rispetto delle norme sanitarie – ha commentato Orlandi. – In questo momento siamo focalizzati sui locali di ristorazione che somministrano prevalentemente alimenti crudi o praticamente tali perché sono quelli più a rischio per il consumatore”.