
David Bellatalla, antropologo, ha raccolto in un unico volume oltre 240 testimonianze di quanti hanno visitato questo territorio e incontrato i suoi abitanti dal 1200 agli inizi del Novecento.
Un approccio differente da quello degli studi a cui si è per anni dedicato, legati ad aspetti antropologici e iconografici. Pagina dopo pagina, nel volume "La Mongolia e i Mongoli – Attraverso le parole dei viaggiatori dall’antichità agli inizi del ‘900" (Saturnia editori), firmato da David Bellatalla con le illustrazioni di Alessandra Barucchi, la ricerca ha portato l’autore a raccogliere le testimonianze di oltre 240 viaggiatori che hanno visitato questo territorio e incontrato i suoi abitanti dal 1200 agli inizi del Novecento.
Sono gli occhi degli altri a raccontare questo popolo. Sguardi e percezioni diverse nell’epoca e nella modalità: pellegrini, religiosi, militari, diplomatici, ma anche commercianti. Titolari del dialogo e non soltanto per "il primo volume che ho curato che riunisce testimonianze di viaggiatori di tipologie estremamente diverse", spiega l’autore stesso. Chi era lì per interesse personale, chi per quello del gruppo o della società per cui lavoravano, chi ricercava prodotti, chi stava in Mongolia per avventura e, ancora, chi ci stava per studio: ricercatori, archeologi, linguisti, geografi. "Un anfiteatro di personaggi – spiega David Bellatalla – che per ragioni varie si sono avventurati in quei territori, provenienti da ambiti e situazioni diversi, con alle spalle differenti gradi di conoscenza. Cartine di tornasole per un racconto".
Sedici capitoli dedicati ad altrettanti elementi – quali: territorio, clima, alimentazione, usi e costumi, caratteristiche antropometriche, spiritualità, religione, culto dei morti, sacralità dei luoghi – narrano, illustrano e rappresentano una cultura che si conosce attraverso il filtro delle rispettive civiltà a cui si appartiene, prospettiva etnocentrista. "In un mondo sempre più complesso e tecnologizzato, e al tempo stesso globalizzato e globalizzante, stiamo vivendo un momento cruciale della nostra storia evolutiva e siamo nell’incombente necessità di riconsolidare il dialogo interculturale, quanto mai essenziale e determinante per una popolazione mondiale di oltre otto miliardi di anime" spiega l’autore.
Ad arricchire ulteriormente il volume, sono presenti le illustrazioni opera dell’artista spezzina Alessandra Barucchi, che si è prestata a questo progetto fra due paesi – il libro sarà tradotto in lingua mongola – dalle finalità benefiche: i proventi saranno, infatti, devoluti al progetto umanitario "Ger for life", coordinato dallo stesso Bellatalla, insieme alla Cri della Mongolia, alla onlus Need You di Acqui Terme e a Montura. "È la prima volta che faccio un lavoro a tema come questo – commenta lei, che ha lasciato la sua traccia inconfondibile all’insegna della fantasia e del colore –: e mi sono trovata benissimo, dando comunque all’opera uno stile e un’idea mia".
Chiara Tenca