di Anna Pucci
Un assassino violento, forte e determinato ma anche confusionario e disorganizzato. Potrebbe essere questo un profilo di chi ha barbaramente ucciso Carlo Bertolotti, la parrucchiera transessuale spezzina che si faceva chiamare Camilla il cui cadavere è stato trovato dagli agenti del commissariato di Sarzana alle 7.30 di martedì mattina nella zona tra il fiume Magra e la corsia sud dell’A12, in un avallamento pieno di rovi e rifiuti lungo uno sterrato, dove si incrociano via Bradiòla e via Silea. E’ la sensazione che emerge mettendo in fila i pochi elementi disponibili, dato che gli investigatori mantengono riserbo sui dati acquisiti.
Quando il corpo di Camilla viene trovato, coperto di rovi in un tentativo di occultamento, è già stato ’aggredito’ dal gran caldo, dagli insetti e forse da roditori. La stima del medico legale che ha svolto il primo esame sul posto è che la parrucchiera fosse morta da 48-72 ore, forse a causa di due colpi di pistola alla testa, visto che presenta ferite compatibili con l’uso di un’arma da fuoco di piccolo calibro. Non si sa, a ora, se subito prima della morte abbia avuto un rapporto sessuale. C’è invece il sospetto che l’assassino si sia accanito sul cadavere, forse anche tentando goffamente di dargli fuoco. Elementi, questi, che potranno essere chiariti dall’autopsia che verrà eseguita oggi e dai riscontri di laboratorio sui reperti raccolti dalla squadra scientifica di Genova.
Il punto che si può fissare, dunque, è che Camilla è stata uccisa o nella notte tra domenica e lunedì o in quella tra sabato e domenica quando è stata uccisa, in altro luogo, anche Nevila Pjetri. La stima è supportata da altri elementi: amici di Camilla ne segnalano lunedì la scomparsa ai carabinieri di Albiano Magra, dove si era da un anno trasferita dopo l’incendio della casa di Ceparana, affermando di non vederla da almeno un giorno: potrebbe essere stata vista domenica mattina o potrebbe essere stata vista l’ultima volta sabato 4. Altro elemento: l’auto di Camilla viene notata intorno alle 6 di lunedì mattina da un passante nella piazzola dove sarà poi trovata, ma l’avvistamento sul momento non appare importante, ancora non c’è avviso di scomparsa della trans.
L’auto di Camilla, dunque: è una Ford Fiesta grigia che viene trovata dai carabinieri nella notte tra lunedì e martedì in una piazzola di via Bradiola a ridosso, però, della corsia Nord dell’A12, a poco meno di un chilometro dal luogo dove la polizia troverà successivamente il cadavere. All’interno tracce di sangue e due bossoli di piccolo calibro: la scena dell’omicidio, ora all’esame del Ris di Parma. Da lì scatta l’allerta tra le forze dell’ordine e qualche ora dopo la polizia trova il cadavere.
Che cosa può essere accaduto? Camilla faceva la ’vita’ ma era prudente, non saliva sull’auto dei clienti, preferiva usare la propria. Forse il killer l’ha avvicinata sul viale XXV Aprile – i trans ’battono’ a poche centinaia di metri verso mare dalla rotatoria sull’Aurelia –, si sono accordati e, ciascuno con il proprio mezzo, hanno raggiunto la piazzola appartata accanto a un fosso lungo via Bradiòla, parcheggiando. Qui il killer sale sulla Ford. Non si sa se il rapporto sessuale venga consumato ma si sa che l’uomo uccide Camilla, forse con due colpi di pistola alla testa. Probabilmente trascina il cadavere fuori dalla Ford Fiesta, perdendo la cintura in stoffa di Camilla, lo carica sul proprio automezzo e prosegue lungo via Bradiola, imbocca il sottopasso dell’A12, svolta a destra e prosegue lungo la via sterrata, gettando via scarpe e kimono della vittima, tracce che poi ’guideranno’ gli agenti al ritrovamento del corpo. Si ferma dopo quasi un chilometro, in un punto costeggiato dal fossato e dai rovi, per nascondere il corpo sul quale, forse, si accanisce, fino al possibile tentativo di dargli fuoco. Poi l’assassino risale sulla propria vettura e si allontana nella notte. Quando il corpo verrà trovato, insieme ai vestiti sparpagliati lungo il percorso, mancano borsetta, orologio e telefono cellulare di Camilla. Vengono ripescati nella mattinata di martedi dai poliziotti nel canale accanto alla piazzola dove era rimasta in sosta la Ford Fiesta della trans, nel frattempo posta sotto sequestro e portata via dai carabinieri per gli accertamenti tecnici e investigativi del Ris.
Il movente? Si è temuto il serial killer ma potrebbe essere stata la rapina finita in delitto da parte di una persona forse alterata da uso di droga, sia nel caso di Nevila che in quello di Camilla.