CHIARA TENCA
Cronaca

Roncalli nel carcere di Regina Coeli. È il nuovo mondo di Manuel Cossu

Un pomeriggio al Cercantico, per ’ammazzare’ l’uggia di una domenica spezzina. È stato questo il detonatore che nella mente...

Domani alle 18.30, al Camec della Spezia Manuel Cossu presenta il libro ’Regina Coeli 26.12.1958’

Domani alle 18.30, al Camec della Spezia Manuel Cossu presenta il libro ’Regina Coeli 26.12.1958’

Un pomeriggio al Cercantico, per ’ammazzare’ l’uggia di una domenica spezzina. È stato questo il detonatore che nella mente dell’artista ha dato il la per realizzare un libro dedicato a un episodio spartiacque nella storia della chiesa e del costume italiano. S’intitola ’Regina Coeli 26.12.1958’ l’ultima fatica di Manuel Cossu (Andante Books), interamente dedicata alla visita di papa Angelo Roncalli nel carcere romano. Dopo due volumi consacrati al feticcio Lilli Carati, uno all’idolo Dee Dee Ramone, ’Cops’, ’Reperti randagi’ e’Waiting Room’, ecco un nuovo mondo da esplorare che sarà presentato, insieme al curatore Sergio Tossi, domani alle 18.30 al Camec della Spezia; l’evento, promosso insieme all’associazione Amici del Camec, sarà a ingresso libero fino ad esaurimento posti.

"Son venuto. M’avete veduto. Io ho messo i miei occhi nei vostri occhi. Ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore" le parole del pontefice rivoluzionario, originario della Bergamasca, al cospetto dei carcerati che incontrò rivoluzionando il protocollo dopo che uno di loro si gettò ai suoi piedi. "Ho fatto delle ricerche: erano quasi 90 anni che un papa non metteva piede in un carcere e Giovanni XXIII lo ha fatto nel suo primo anno di pontificato; inoltre, io non amo Padre Pio e in qualche modo Roncalli non era con lui" spiega l’artista introducendo ’Regina Coeli 26.12.1958’, pubblicato in 100 copie numerate con le grafiche di Massimo Zannoni. "Non nasco fissato con il papa o la chiesa, anche se Città del Vaticano è un posto borderline con intrighi e misteri, ma mi ha colpito un’immagine del libro ’Papa Giovanni. In terra come in cielo’ di Gabriele Carrara, comprato bene sulle bancarelle in piazza del Mercato. Quella foto, con il pontefice con le mani conserte e lo sguardo amorevole circondato dai detenuti in divisa, era perfetta e ha catturato la mia attenzione, portandomi a dipingere compulsivamente per un mese: acrilico su carta e tela per oltre 20 opere, una al giorno; ne è uscito un catalogo d’arte, di cui ho subito parlato con il mio curatore Sergio Tossi e l’editore Luca Arnaudo".

Tutta la galleria è immaginata: c’è il papa visto da diverse angolazioni, ci sono i detenuti, le Madonne, un mondo imperniato sulla rinuncia. "Questo concetto accomuna le due parti: il papa, tramite la religione non cede ai piaceri facili; i carcerati perdono la libertà per andar dietro ai loro desideri, che possono diventare crimini. La mia idea è che queste siano le due facce della stessa medaglia, così ho cercato di rendere il concetto vivo con la forza delle immagini e la chiave è che la rinuncia la si debba abbracciare per imparare a vivere. E, in qualche modo, diventa anche autobiografico, perché lo avvicino alla disciplina che l’arte mi ha dato: tramite essa, uno si sente più libero di esser indisciplinato".

Chiara Tenca