Il saccheggio è avvenuto in poci tempo. Forse addirittura in qualche notte senza che nessuno si sia mai accorto di nulla. I tesori della chiesetta di Santa Giustina, una nicchia isolata della frazione di Cesena nel Comune di Varese Ligure sono stati rubati. Ma non solo. I ladri, aggravando ulteriormente la loro azione, non hanno riservato neppure il minimo rispetto alla sacralità del luogo. Non limitandosi a portarsi via gli oggetti preziosi ma hanno saccheggiato l’altare sradicando le colonne e persino i marmi incastonati al pavimento. Si sono accaniti con crudeltà oltre che con il reato da codice penale facendo il pieno di oggetti preziosi. Chi li abbia spinti nella località della Val di Vara non si saprà forse mai. Ma di certo ben conoscevano la chiesetta e soprattutto quanto di prezioso fosse custodito. A dare l’allarme è stato don Sandro Lagomarsini, storico parroco di Cassego e per lungo tempo Vicario Foraneo della zona che ha messo al corrente dello scempio, tra gli altri, anche il professore Luca Cerretti presidente Italia Nostra per la sezione La Spezia 5 Terre. "Nello scorso giugno – racconta – gli amici del Cai hanno visitato la chiesetta trovandola in perfetto ordine. Vederla ridotta in queste condizioni è un dolore davvero fortissimo". La scoperta è stata un colpo al cuore. Il sacerdote è entrato nella chiesetta dedicata a Santa Giustina trovando uno scempio. "L’interno – prosegue Cerretti – è stato completamente devastato. Sono stati rubati un paliotto, un crocifisso ligneo, lampadari, candelabri ma anche le balaustrate in marmo, un’acquasantiera pensile per altro pesante e addirittura gli stipiti in ardesia delle porte. Una devastazione". La piccola frazione della Val di Vara è conosciuta per aver dato i natali al cronista Antonio da Cesena (secolo XVI), autore di un’opera di fondamentale importanza per la storia di Varese Ligure. "Ci auguriamo – conclude – che in futuro sull’enorme patrimonio religioso e storico che rappresenta un bene per la Curia venga riposta particolare attenzione alla gestione. Ci si auspica dunque venga affidata a persone in possesso di una adeguata preparazione. Vogliamo esprimere come Italia Nostra tutta la solidarietà a don Sandro Lagomarsini che si sta interessando della triste vicenda. Confidiamo inoltre in un efficace e tempestivo intervento dell’ente statale di tutela ovvero la Soprintendenza per la Città Metropolitana di Genova e la Provincia della Spezia". Di certo non si è trattato di un atto vandalico fine a se stessoo tantomeno qualhe raid di gruppi e sette. Non sono stati infatti lasciati i segni inequivocabili del loro passaggio, scritte oppure simboli. Chi è entrato forzando la porta aveva un unico obiettivo, quello di rubare. Gli oggetti savri infatti infatti sono molto antichi e potrebbero entrare a far parte di un giro di vendite clandestine. L’obiettivo è stato raggiunto svuotando la chiesetta, lasciandola vuota come un cantiere appena smontato.
Massimo Merluzzi