REDAZIONE LA SPEZIA

Sacerdote e medico missionario, una vita dedicata agli ultimi

Don Carraro ha raccontato la sua esperienza: dalla laurea in medicina alla vocazione. All’incontro l’assessore Maria Grazia Frijia

"Abbiamo scelto di operare in Africa, quella subsahariana, in paesi in cui c’è il collo di bottiglia della sanità mondiale, paesi in cui anche curare una frattura è complicato perché manca quasi tutto. Ma ci sono medici e infermieri locali che mettono tutte le proprie energie per aiutare chi soffre" è stata entusiasmante e commovente allo stesso tempo la testimonianza di don Dante Carraro, direttore di "Cuamm Medici con l’Africa" nella veglia di preghiera organizzata da don Mirko Mochi, parroco dei salesiani insieme al direttore dell’oratorio don Fabrizio Di Loreto.

All’incontro svoltosi nella chiesa di viale Garibaldi erano presenti anche don Manrico Mancini, direttore del centro missionario diocesano, don Luca Palei responsabile di Caritas e Maria Grazia Frijia, assessore alla cooperazione internazionale del Comune della Spezia "Le parole di don Dante – ha commentato Frijia – mi hanno trasmesso energia e passione. La bellezza della cooperazione italiana è quella di aiutare davvero i paesi in cui opera senza pensare al profitto" In una chiesa gremitissima dopo la lettura del vangelo del Buon samaritano don Dante ha raccontato la sua esperienza "Quando a 29 anni, dopo la laurea in Medicina e la specializzazione in Cardiologia, sono entrato in seminario, ho capito cosa voleva dire "lasciare le reti sulla spiaggia". Ma sentivo anche che lì c’erano la mia vita, la mia libertà". Non è stata una scelta facile quella di diventare prete per il cardiologo veneto. Una scelta non appoggiata dalla famiglia e che veniva dopo un lungo periodo di studi che lo portavano verso la professione medica. "Quel Dio – ha proseguito il medico prete – che si faceva vivo mi chiedeva tutto. Che, per me, voleva dire mettere tutto in discussione. Ma dopo un periodo di sofferenza e disagio interiore ho capito che avrei cambiato vita". E così è stato, anche se poi, nelle vesti direttore del Cuamm le due vocazioni di don Dante hanno trovato una sintesi perfetta di senso e di impegno. Da 70 anni il Cuamm, sigla che significa Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari opera in 8 paesi dell’Africa sub-sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda) con progetti di assistenza sanitaria a lungo termine, in un’ottica di inclusione sociale: negli ospedali, nei piccoli centri di salute, nei villaggi, nelle università, il Cuamm opera con l’Africa, per lavorare, costruire, crescere insieme alla sua gente. In ospedale, nel territorio, nella formazione, nella lotta alle grandi endemie. Una sola la parola d’ordine "stare con l’Africa."

Tra i medici impegnati in Africa anche Marina Trivelli, nata a Carrara e spezzina d’adozione, chirurgo operante dal 2001 al 2013 in Angola, Mozambico ed Etiopia "Sono nazioni in cui ci sono pochissimi sanitari – racconta Trivelli – ma con una dedizione totale ai pazienti. Per fortuna si stanno facendo grandi passi avanti sia sul piano economico sia su quello sanitario. La speranza è contenere se non debellare le malattie che affliggono qui paesi come Aids, malaria o tubercolosi"

F. D.