REDAZIONE LA SPEZIA

Salvadeo alla ’China International Photographic Art Exhibition’

Nove fotografi italiani, tra cui Cesare Salvadeo, espongono alla China International Photographic Art Exhibition a Zhuhai, presentando opere significative e documentative sulla civiltà contadina italiana.

Salvadeo alla ’China International Photographic Art Exhibition’

Cesare Salvadeo

ZHUHAI (Cina)

Nove italiani e tra loro uno spezzino, Cesare Salvadeo, alla 19a China International Photographic Art Exhibition che si tiene attualmente a Zhuhai, nella provincia del Guangdong, in Cina, una delle città chiave nella Greater Bay Area (che comprende anche Hong Kong e Macao). La mostra, aperta a inizio mese e promossa dalla Cpa China Protographer Association con il supporto del ministero della Cultura e del Turismo cinese, presenta un’impressionante serie di 276 opere selezionate tra oltre 340mila candidature di fotografi provenienti da 123 Paesi. L’esposizione principale di quest’anno, che rappresenta una celebrazione globale della fotografia e della cultura visiva, è suddivisa in tre sezioni principali: documentary (in questa c’è Salvadeo), art e warmth, che esplorano diversi aspetti della fotografia, attraverso sia singole immagini che gruppi di foto. Tra gli autori selezionati anche lo spezzino, socio della Fidia (acronimo di Factory International Design Imagining & Arts) Factory, una nuova realtà nel panorama delle arti italiane. A distanza di un mese dalla sua affermazione a livello internazionale, Fidia si distingue come un importante testimone della fotografia italiana, portando nuovi associati a essere protagonisti in un contesto di alto prestigio globale. Claudio Brufola, international officer di Fidia, ha curato con successo la mediazione interculturale, presenziando all’inaugurazione di Zhuhai. Gli scatti di Salvadeo sono tratti da suo reportage ‘Lunigiana: immagini di una civiltà contadina’, foto di diversi paesi di quel territorio. "Il reportage è stato realizzato nel decennio 1972/1982 – spiega Salvadeo – per testimoniare la progressiva scomparsa di un mondo, quello rurale, assorbito in gran parte da quello industriale, via via sempre più presente nelle zone limitrofe e nei centri urbani. Un tentativo di salvare la memoria storica di una civiltà secolare prima della sua scomparsa". La mostra rimarrà aperta fino al 16 febbraio 2025.

m. magi