REDAZIONE LA SPEZIA

Il sogno di Samuele, sarà sacerdote. È la prima ordinazione dal 2017

La cerimonia sabato a Cristo Re. Il giovane sarzanese, ex studente del Capellini Sauro, ora presta servizio nella parrocchia spezzina di Santa Rita

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Samuele Bragazzi, primo da sinistra

La Spezia, 3 novembre 2024 – Sabato prossimo Samuele Bragazzi diventerà sacerdote. Il vescovo Luigi Ernesto Palletti ordinerà il giovane sarzanese, 26 anni, nella cattedrale di Cristo Re. Samuele è attualmente diacono e allievo del seminario diocesano. Si tratta di un evento importante: è la prima ordinazione sacerdotale in diocesi dal 2017.

L’inizio della celebrazione è previsto alle 10.30. Bragazzi ha frequentato gli studi superiori al liceo scientifico delle scienze applicate “Capellini- Sauro” e dopo il conseguimento del diploma di maturità nel 2007 all’età di diciannove anni è entrato in seminario a Sarzana, per poi proseguire gli studi teologici nel seminario arcivescovile di Genova. Per un anno ha prestato servizio pastorale a Ceparana, poi in seguito per tre anni ha svolto la stessa funzione a Bragarina nella parrocchia di San Paolo apostolo con il parroco monsignor Giorgio Rebecchi.

Dal dicembre 2021 ha prestato servizio nella parrocchia del Sacro Cuore a Molicciara nel Comune di Castelnuovo Magra e sino a oggi nella parrocchia spezzina di Santa Rita nella zona dei Vicci. Ha una sorella, Marianna, di tre anni più grande, impiegata. In diocesi l’ultimo seminarista ad essere ordinato sacerdote, il 24 novembre 2017, è stato don Federico Ratti, attuale responsabile della comunità pastorale di Vezzano Ligure. Samuela ha voluto descrivere con le sue parole l’attesa dell’importante momento religioso e umano. Partendo da una domanda: che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto? “Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Così recita un versetto del Salmo 115, un brano molto significativo che spesso risuona nelle preghiere quotidiane della liturgia delle ore e che ora sento particolarmente vicino a me, in questo tempo di preparazione all’ordinazione presbiterale. La vita che conduco, il ministero che si concretizza ogni giorno di più, rendono il tempo che passa sempre più veloce, quasi mi pare di vederlo sfuggire di mano. Eppure, quanti momenti intensi e significativi hanno caratterizzato questo tempo. Ricordo bene quando ricevetti la telefonata del rettore del seminario che mi confermava la decisione del vescovo di ordinarmi sacerdote: ho provato una grande emozione, mi sembrava di essere appena diventato diacono e subito faceva capolino questa notizia tanto attesa”.

Poi la scelta della data “un po’ insolita per me: 9 novembre – prosegue Samuele – Giorno importante per la Chiesa perché festeggia la memoria della dedicazione della Basilica Lateranense, madre di tutte le cattedrali del mondo. Una festa che ci apre all’universalità dell’essere Chiesa e, al contempo, al suo principio di unità nella figura del Papa e dei vescovi per le Chiese particolari. Tra i tanti pensieri che da quel giorno hanno iniziato a frullarmi nella mente, vi è uno che sembra poter essere il filo conduttore di questo periodo, ed è il senso profondo di gratitudine. Guardo indietro e sono grato per tutto ciò che un semplice “sì” fatto timidamente sette anni fa mi ha portato a vivere: dalle persone incontrate che mi hanno insegnato tanto della vita sacerdotale, una vita da spendere interamente come “dono”, dalle esperienze in terra di missione, dai rapporti nuovi intessuti in questi mesi nella parrocchia di Santa Rita dove attualmente mi trovo, le numerose realtà giovanili che ho avuto modo di incontrare, l’impegno assiduo con la pastorale giovanile e i campi estivi nella casa di Cassego”.

Tutto ciò accompagnato dall’affetto di tanti, amici, famiglia, parrocchie, sacerdoti, “che mai è venuto meno in questo tempo. E sarà bello poter, da novello sacerdote, offrire tutti i miei “grazie” attraverso il “grazie” più grande, l’Eucaristia”. Poter alzare anche io il calice della salvezza, che è il sangue di Gesù, spezzare il pane con i fratelli, che è il corpo di Gesù, poter essere strumento attraverso il quale Gesù può toccare il cuore di tanti e rendere grazie, ogni giorno, per tutti i benefici che Dio Padre concede ai suoi servi che si donano a lui”.