REDAZIONE LA SPEZIA

Sbaglia l’ora dell’udienza, sentenza annullata

Clamoroso errore di un giudice di pace che aveva assolto l’imputato perché l’accusa era assente

Il giudice sbaglia l’orario del processo, celebra l’udienza in anticipo e ‘assolve’ l’imputato; la Cassazione annulla la sentenza e ordina di rifare tutto. Ha dell’incredibile la vicenda avvenuta in tribunale alla Spezia e sfociata, pochi giorni fa, nella sentenza con cui gli Ermellini romani hanno imposto un nuovo giudizio su un procedimento per lesioni, accogliendo la tesi della procura della Spezia.

La vicenda ruota attorno alla sentenza di non doversi procedere nei confronti di un uomo di 37 anni, emessa nel novembre del 2018 da un giudice di pace del tribunale spezzino. "Non doversi procedere per intervenuta remissione tacita di querela" fu la sentenza emessa dal giudice dopo aver preso atto che all’udienza non si erano presentati né l’imputato, né tanto meno la persona offesa, e neppure i legali delle parti. In sostanza il giudice di pace, interpretando l’assenza della parte civile – peraltro preventivamente avvisata un mese prima sulla circostanza che un’eventuale assenza avrebbe comportato la chiusura del procedimento giudiziario – aveva correttamente concluso l’iter giudiziario non procedendo oltre. Peccato però che l’assenza degli ‘attori’ del processo non fu una scelta ragionata e consapevole, ma il frutto dell’errore dello stesso giudice, che anticipò di quasi un’ora l’inizio dell’udienza. Negli atti con cui la Procura spezzina si è rivolta alla Corte di Cassazione chiedendo l’annullamento della sentenza, risulta infatti che il giudice di pace abbia chiamato e trattato il processo in un orario sbagliato e precedente a quello di citazione dell’imputato e della persona offesa: l’udienza, che si sarebbe dovuta tenere alle 10, di fatto era iniziata alle 9.06, cinquantaquattro minuti prima, con il giudice che prendendo atto dell’assenza delle parti, aveva chiuso il processo. Grande fu la sorpresa quando la persona offesa e il difensore dell’imputato, arrivati in tribunale con mezz’ora di anticipo rispetto all’orario in cui si sarebbe dovuta celebrare l’udienza, hanno appreso che il processo al quale avrebbero dovuto prendere parte era... già terminato. Risultato? Alle 11, il verbale d’udienza fu riaperto per annotare che alle 9.30 si erano presentati dinanzi al giudice la persona offesa e il legale, "dando atto – si legge nella sentenza – dell’errore sull’orario di apertura e chiusura del processo".

A rimediare all’errore ci hanno pensato poi i giudici di Cassazione, che hanno annullato la sentenza sostenendo come "l’anticipazione dell’udienza rispetto all’ora prefissata integra una nullità assoluta, in quanto, impedendo l’intervento dell’imputato e l’esercizio del diritto di difesa, equivale a omessa citazione". Da qui l’annullamento senza rinvio e la trasmissione degli atti al giudice di pace del tribunale spezzino per un nuovo giudizio.

Matteo Marcello