Sbarco lampo nel porto della Spezia con successiva ripartizione ’equa’ in Liguria tra Genova, Savona e la nostra città. Così ieri i 13 migranti – tra cui 2 donne e altrettanti minori non accompagnati – recuperati sabato scorso dalla nave Geo Barents alla deriva su un gommone nel Canale di Sicilia e giunti in porto attorno alle 13. Tre le provenienze: Siria, Sud Sudan e Palestina. I migranti avevano preso il largo da Whoms, in Libia. Ed erano stati testimoni di una tragedia.
"I profughi stanno fisicamente bene ma hanno assistito alla morte di un ragazzo davanti ai loro occhi... Non avevano più benzina, non sono riusciti a recuperarlo. È un evento che si porteranno dietro per tutta la vita" ha detto il capomissione della Geo Barents Juan Matias Gil appena sceso dalla nave sil lato est del Molo Garibaldi. L’incontro con i giornalisti ha costituito l’occasione per rilanciare le polemiche. "Potevamo sbarcarli molto prima con un costo minore" ha detto a chi gli chiedeva un commento sul lungo viaggio che hanno dovuto affrontare, con l’assegnazione di un porto lontano dal luogo del salvataggio. "Un mercantile con 50 persone è sbarcato a Pozzallo, noi che siamo una ong siamo dovuti venire fino qui" ha rilevato polemica con l’ordine di raggiungere il porto sicuro della Spezia. "Sosteniamo costi elevatissimi, solo di benzina un viaggio così costa 60-70 mila euro. Approcciamo questo problema in modo umano e facciamo uso di queste barche per salvare vite", ha puntualizzato. Dopo l’ispezione della sanità marittima, è iniziato lo sbarco. La Prefettura della Spezia si è limitata a riferire della loro ripartizione "equa" in Liguria. In pista per l’accoglienza alla Spezia c’è la Caritas diocesana. Nel dispositivo di accoglienza al molo Garibaldi anche 20 volontari della Croce Rossa.