Passa anche dalla Spezia una rete internazionale di soggetti connessi tra loro su Internet per scambiarsi materiale pedopornografico. E’ la presunzione investigativa che ha portato ieri mattina la Polizia postale di Genova in città per effettuare un accertamento mirato sulle utenze informatiche di un uomo di mezza età.
Lo scenario dell’inchiesta è quello dello scambio dei file proibiti tramite un’applicazione di messaggistica istantanea per cellulari, fruibile da computer. La messa in guardia è conseguenza di un monitoraggio ad ampio spettro compiuto dalle autorità di un Paese estero. La collaborazione internazionale è fondamentale in questi casi. E’ da questa che si è arrivati all’operazione di ieri mattina quando gli agenti della Polizia postale di Genova, sono entrati con discrezione, in un negozio del centro città per eseguire una perquisizione e per farsi accompagnare in un’abitazione alla ricerca di riscontri agli indizi. Trovati? Nulla trapela stante il riserbo investigativo imposto dagli investigatori genovesi. Trapela però che nel mirino ci sarebbe un uomo di 50 anni, un insospettabile, che mai in passato ha avuto a che fare con questa tipologia di accertamenti. A condurre l’inchiesta è il pm genovese Gabriella Dotto nel quadro della competenza territoriale che riconduce alla Procura distrettuale l’azione penale per i reati a sfondo sessuale che hanno come parti lese i minori.
Secondo indiscrezioni che svalicano il passo del Bracco, a stretto giro potrebbero essere eseguite altre perquisizioni. Questo giustifica il top secret posto dai vertici del Polpost di Genova alla divulgazione di notizie di dettagli, con richiamo agli omologhi locali, che pur hanno collaborato all’operazione, a fare altrettanto.
C.R.