Il quantitativo di uve messe ad appassire per produrre lo Sciacchetrà, pari a 16mila chilogrammi, è stato decisamente inferiore a quello dello scorso anno: quasi della metà, con un potenziale di produzione dell’annata 2024 di circa 13.500 bottiglie. Per ciò che riguarda il vino bianco Doc ‘Cinque Terre’, quanto prodotto nel 2024, 202mila litri, è stato inferiore all’anno precedente di ben 64mila litri. Drastica quindi la diminuzione delle dop all’esito dei controlli dei carabinieri forestali del Nucleo Parco, all’intera produzione dei vini ‘Cinque Terre’ e ‘Cinque Terre Sciacchetrà’ del Parco nazionale delle Cinque Terre. Alcune di queste ispezioni sono state effettuate insieme ai militari del reparto carabinieri tutela agroalimentare di Torino. I controlli negli stabilimenti vitivinicoli consistono nel verificare che il rispetto del ‘Disciplinare di produzione’ delle Dop ed in particolare che la vinificazione avvenga all’interno del Parco, utilizzando esclusivamente uve della varietà Bosco, Albarola e Vermentino, coltivate all’interno di quel territorio. In pratica, durante il controllo, i carabinieri forestali accertano la reale quantità del vino di cui viene dichiarata la produzione e che tale consistenza sia congrua con le superfici vitate disponibili; questo per tutelare, sia la produzione dei vini Dop del territorio, sia il consumatore e, quindi, scongiurare le cosiddette frodi in commercio; in questo caso cioè che, vini provenienti da altri territori, vengano venduti come Dop ‘Cinque Terre’ e soprattutto ‘Cinque Terre Sciacchetrà’, vino Dop molto pregiato, che può arrivare a costare anche 400 euro al litro. Durante i controlli fatti in questa campagna vendemmiale, e che si ripetono già da alcuni anni, non sono state riscontrate irregolarità in nessuna delle 22 aziende che producono le Dop, ma solo inesattezze formali, già regolarizzate.
marco magi