La Spezia, 13 settembre 2024 – La ripartenza è qualcosa di già visto negli anni scorsi. Inizia la scuola ma ancora i tasselli non sono andati a posto e questo significa semplicemente che per le prime settimane avranno la meglio gli orari provvisori delle lezioni.
L’estate dell’algoritmo attraverso il quale domanda e offerta avrebbero dovuto essere indirizzate più velocemente sta registrando un numero elevato di precari sia nel personale docente che in quello Ata.
Insomma gli inserimenti a rilento, il processo abilitante lungo nonostante i due concorsi, quello ordinario del 2020 e l’altro del 2023 legato al Pnrr non stanno sciogliendo il nodo del precariato sicuro. Ci sono docenti che hanno superato la prova concorsuale eppure dovranno rifare un altro concorso, così come i colleghi non abilitati e ancora a tempo determinato saranno chiamati a seguire un anno di prova per poi abilitarsi.
L’ufficio scolastico provinciale sta completando le nomine ma la situazione a poche ore dall’inizio del nuovo anno scolastico è in divenire.
Mancano i docenti ma anche il personale Ata ovvero collaboratori scolastici e personale di segreteria. Per i docenti di ogni ordine e grado con contratti a termine le ultime conferme arriveranno forse nelle prossime ore.
Gli insegnanti precari in Provincia sono suddivisi per fasce (prima e seconda). Nella scuola dell’infanzia in prima fascia sono 698 e in seconda 82, nella primaria 145 in prima e 685 in seconda. Nella primaria di secondaria di primo grado in prima fascia sono 1.412 e in seconda fascia 141.
Nella secondaria di secondo grado i docenti in prima fascia, che hanno dovuto sostenere l’abilitazione sono 256, i colleghi in seconda 3.895. “Intanto un ringraziamento a tutti i lavoratori della scuola – spiega Laura Scotti della Cgil – che da tempo stanno lavorando per far fronte a una situazione complicata a livello nazionale. Siamo partiti molto tardi e questo, lo ripeto, non è certo da addebitarsi agli uffici. Ci sono problemi non soltanto per i docenti ma anche per il personale Ata ovvero quelle figure fondamentali per la scuola che spesso devono dividersi in orari spezzati e in più plessi. Se nelle superiori ci si concentra in un unico plesso più difficile la realtà dei distretti comprensivi che comportano la copertura di diversi istituti”. Anche il collega Alessandro D’Ambrosio della Uil sottolinea la ristrettezza dei numeri. “Sia i docenti che il personale Ata – prosegue – sono ancora insufficienti. Ho ricevuto diverse segnalazione da parte di collaboratori scolastici preoccupati per i turni lavorativi tenendo conto che ci sono istituti nei quali si svolgono anche i corsi serali e sono loro che poi chiudono le scuole”.