Scuolabus deviato per i lavori: "Mio figlio viene fatto scendere a due chilometri da casa nostra"

Nel mirino i tempi di realizzazione dell’intervento lungo la direttrice che va da Pitelli a Pozzuolo . La protesta di una famiglia residente nella frazione di Gatessa: "Nessuna risposta dal Comune".

Scuolabus deviato per i lavori: "Mio figlio viene fatto scendere a due chilometri da casa nostra"

Un pulmino impiegato per il servizio di scuolabus (immagine di repertorio)

"Un disservizio che penalizza mio figlio e a oggi nessuno trova la soluzione". Irene Pampaloni è una mamma che protesta perché il pulmino non può ricondurre il figlio a casa dei nonni nella frazione di Gatessa, comune di Lerici, dalla scuola primaria di San Terenzo, a causa dei lavori in corso sulla strada che vieta collega Pitelli con Pozzuolo e che interessano il Comune di Spezia. Dall’inizio del cantiere il mezzo scolastico ha dovuto cambiare il percorso, transitando da Pagliari. E la fermata più vicina per la famiglia del bambino è quella delle Tre Strade, a una distanza di due chilometri dall’abitazione.

Una località dove fra l’altro c’è un cedimento, con la strada chiusa a senso alternato. Insomma, una concomitanza di fattori che penalizza il piccolo: "I miei genitori sono anziani, non guidano e non possono camminare due chilometri per recuperare mio figlio. Io e mio marito dobbiamo prendere permessi al lavoro per essere all’uscita da scuola. Come facciamo a andare avanti così?". La mamma ha inviato una pec al Comune di Lerici, protocollata in data 7 ottobre. A oggi, nessuna risposta né scritta, né orale. "Vorrei evidenziare che nessuno si è adoperato per trovare una soluzione alternativa, mettendo magari a disposizione i servizi sociali o altri pulmini". Perché la mamma avrebbe proposto l’utilizzo di un mezzo più piccolo che potrebbe girare da un modesto spiazzo e riuscire ad accompagnare il figlio più vicino, ma le è stato risposto che non ci sono altre vetture a disposizione e che da un sopralluogo effettuato l’area non sarebbe idonea alla manovra. L’altra soluzione proposta dalla famiglia sarebbe quella di avvalersi di associazioni che spesso forniscono questo servizio, ma è un’opzione che al momento non è in discussione. Intanto il tempo passa e ormai sono troppi giorni effettivi di disservizio. "I lavori inoltre procedono a rilento perché ogni tre per due piove – spiega Pampaloni –, quindi è difficile stabilire quando finiranno. Io e mio marito lavoriamo, al momento stiamo andando avanti a permessi oppure siamo costretti a chidere aiuto ad altri".

Cristina Guala