Sei anni al marito violento Botte anche in gravidanza

Le aggressioni davanti ai due figli minori. L’aveva persino costretta a prostituirsi

Sei anni al marito violento  Botte anche in gravidanza

Sei anni al marito violento Botte anche in gravidanza

Condanna esemplare da parte del giudice Mario De Bellis nei confronti di uno spezzino di 54 anni accusato di maltrattamenti che si sono protratti per oltre vent’anni nei confronti della moglie, di averla picchiata quando era incinta fratturandole anche un dito della mano e di averla persino costretta a prostituirsi.

Nonostante il processo si sia svolto con il rito abbreviato, che consente all’imputato di usufruire dello sconto di un terzo della pena, il 54 enne è stato condannato a sei anni di reclusione, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per vent’anni e al pagamento di una provvisionale di cinquantamila euro a favore della parte offesa. Il danno subìto dalla moglie in tutti questi anni di vessazioni, verrà successivamente quantificato in sede civile. Non pubblichiamo l’identità del condannato a tutela della parte lesa e dei due figli minorenni che portano lo stesso cognome, altrimenti facilmente identificabili.

A sostenere l’accusa è stato il pubblico ministero Alessandra Conforti che sulla base delle prove raccolte aveva chiesto il giudizio immediato nei confronti del 54enne. E il suo avvocato di fiducia, Fabio Sommovigo, ha optato per il rito abbreviato in sede di udienza preliminare, basandosi sugli atti a disposizione, per evitare il dibattimento che avrebbe potuto portare ad una condanna ancor più elevata dei sei anni ricevuti. I fatti contestati sono avvenuti per circa un ventennio, nella loro casa, dal 2001 al 2022. Solo di recente la donna, vittima delle vessazioni anche di carattere fisico, ha avuto il coraggio di denunciare le angherie subite affondandosi all’avvocato di fiducia Paola Castelli del foro di Milano. Ha raccontato che il marito l’aveva maltrattata aggredendola e percuotendola anche in presenza dei figli minori.

L’aveva addirittura costretta alla prostituzione, screditando la sua figura di donna e di madre. In un’occasione, poi, aveva insultato la moglie in stato di gravidanza minacciandola di cacciarla di casa e le aveva usato violenza fratturandole il dito mignolo di una mano, colpendola ripetutamente con una piastra fino a rompergliela addosso. Non solo tirandole anche i capelli e sbattendole rovinosamente la testa sul pavimento. La vittima aveva subito nel 2009 percosse con ferite da armi da taglio con lesioni personali giudicate guaribili in quindici giorni. Il giudice ha accolto pienamente la richiesta del pubblico ministero.

Massimo Benedetti