Serata jazz all’osteria. Bacchus

La Satan is my brother, ospite speciale dell'Osteria Bacchus di La Spezia, porta con sé un viaggio musicale tra jazz, sperimentazione ed innovazione. Una spirale narcotica e infuocata che invita a scoprire fino a dove si può vedere, dove sono le nostre radici e quanto sono profonde.

"L’osteria Bacchus ha il piacere di ospitare una formazione musicale attinente a ciò che ho contraddistinto in questi anni la mia locanda spezzina di viale Amendola ovvero jazz, sperimentazione ed innovazione". Parole di Stefano Occhiuzzi, titolare di Bacchus. All’interno di un apprezzatissimo tour, ecco quindi la Satan is my brother, special guest di stasera, con inizio alle 21. Partiamo, coi protagonisti, dal 2007, quando l’etichetta Boring Machines pubblica l’omonimo esordio discografico della band, colonna sonora di un’oscura e immaginaria notte senza fine tra le strade e le paranoie della vita metropolitana. Nei successivi anni, attraverso altri due dischi usciti per l’etichetta trevigiana (‘A forest dark’ e ‘They made us climb here’) e una amalgama onirica di elettronica, basso, batteria, sax, trombone e tastiere, il gruppo ha ispezionato l’interazione tra musica e immagini, realizzando soundtrack per visual, performance e film.

Ha musicato il film muto ‘L’inferno’ del 1911 e l’opera di Derek Jarman ‘In the shadow of the sun’ e ha partecipato a festival audiovisivi come Imago, Video Sound Art e Scirocco. Ora un nuovo viaggio, ‘How far can you see?’, edito da Dissipatio e pubblicato lo scorso gennaio. Oltre quaranta minuti di ambient, dark-jazz e psichedelia che risucchiano in una spirale narcotica e infuocata. "Per osservare il mondo mentre si brucia lentamente, lontano da tutti – dicono dalla band – . Ma fino a dove riesci a vedere? Dove sono le tue radici? E quanto sono profonde? Dove ti fermerai? Lontano. Più di quanto si possa vedere".