Sforbiciata alle autonomie. Bufera sui tagli agli istituti

J’accuse di Centi: "Ecco gli effetti dello sciagurato decreto Valditara-Giorgetti"

Sforbiciata alle autonomie. Bufera sui tagli agli istituti

Sforbiciata alle autonomie. Bufera sui tagli agli istituti

Dopo le anticipazioni date dal nostro giornale riguardo gli effetti del decreto interministeriale Valditara-Giorgetti sui nuovi tagli all’istruzione, è bufera. Un infuocato ’j’accuse’, in riferimento alla sforbiciata di 15 autonomie scolastiche in Liguria, tre delle quali in provincia della Spezia – a partire dall’entrata in vigore della misura dal prossimo anno – arriva dal consigliere regionale della Lista Sansa Roberto Centi (nella foto), che ha speso una vita fra le aule prima di prendere il volo in politica.

"Quello che sta accadendo alle nostre scuole e che andrà in approvazione in Consiglio provinciale il prossimo 26 settembre non è altro che l’effetto a cascata dello sciagurato provvedimento – esordisce – che ha portato a ben 961 il numero minimo di alunni dal 2024-25 per mantenere l’autonomia di una scuola. Un provvedimento che Regione Liguria ha subito tradotto nella revisione del suo piano rifiutandosi in Consiglio di prendere posizione contraria".

Centi entra nel dettaglio. "E la Provincia che fa? Elimina tre istituti comprensivi e di sei ne fa tre, accorpando Santo Stefano a Vezzano, con ben 14 plessi; Bolano a Follo e Calice, con 12 plessi; e, soprattutto, creando un vero e proprio mostro, che nasce dall’unione delle Isa 19 e 22, con 22 (!) plessi sparsi in un territorio enorme, da Riccò del Golfo a Beverino, da Pignone a Sesta Godano, da Carro a Brugnato e Varese Ligure". Per poi entrare nel balletto delle cifre relative ai costi. "Il ministero dell’Istruzione e del merito dichiara che il prossimo anno si risparmieranno 88 milioni di euro, aggiungendo che nessuna scuola, attenzione, intesa come struttura, verrà chiusa. Vero, gli edifici non chiuderanno, ma la scuola verrà distrutta nel suo complesso. E questo mentre si spendono 2,1 miliardi di euro per l’introduzione di avanzatissime dotazioni informatiche, ovunque, anche nei sottoscala, e nel mezzo di una riforma delle carriere degli insegnanti basata solo sulle competenze tecnologiche, che creerà uno stravolgimento dello stesso ruolo attribuito alla scuola dalla Costituzione". "Ma i due provvedimenti non sono incoerenti – ecco la stoccata finale a sfondo politico –, sono volutamente tenuti insieme: si cerca una scuola disumanizzata in cui gli alunni e i docenti saranno presto numeri: i primi semplici ingranaggi del mercato globale, i secondi, fondamentalmente, quasi superflui".