Il nome del gruppo è un esplicito omaggio ad uno dei maggiori artisti italiani, ma – ci tengono a precisarlo fin dalle prime battute – non si tratta di una semplice cover band. Si chiamano "Sì, viaggiare" (nella foto) e hanno dato vita a un vero e proprio progetto capace di far conoscere il genio di Lucio Battisti sia a livello musicale che aneddotico, oltre che, naturalmente, intrattenere e divertire. Con una formula arricchita rispetto a quella classica del gruppo: oltre alla formazione fra voce e strumenti, composta da Michele Codeglia alla voce, Nicola Mioli alla chitarra, Fabio D’Andrea al basso, Riccardo Codeglia alla batteria, Antonio Antognetti al piano e alle tastiere, c’è la narrazione di Graziano Cesarotti, pronta a offrire allo spettatore qualcosa in più. Non a caso, "Sì, viaggiare" si propone come "un racconto di musica e parole", rigorosamente relativo al periodo del sodalizio delle meraviglie con Mogol. "Michele è cresciuto a pane, Lego e Battisti – raccontano – e partendo da qui e dalle precedenti esperienze artistiche comuni fra i membri della band, la sfida portata al presente è far capire agli altri che non si tratta della stella da cantare nell’ultima fila del bus, ma di un artista complesso, cosa che dimostra anche quando si suonano e riarrangiano le sue canzoni. Da una cantina-sala prove, Sì, Viaggiare ha già testato un pubblico variegato durante l’estate – in provincia, da Castè a Levanto, e fuori, da Fivizzano a Fornoli – e si prepara per il concerto di questa sera al Pin della Spezia (inizio alle 21), per poi dare un nuovo appuntamento per la grande serata del 15 settembre al teatro Impavidi di Sarzana.
"La nostra proposta – raccontano - è supportata da diversi studi, durante i quali ci siamo concentrati sugli aspetti innovatori di questo artista: preparandolo, abbiamo iniziato a mettere a fuoco una scaletta in equilibrio fra i brani maggiormente conosciuti e quelli meno noti, più complessi e ricercati e connotati da grande modernità. Proponiamo arrangiamenti evoluti e rendiamo suonabili dal vivo anche canzoni che non erano state concepite per quello". La narrazione di Cesarotti, che inserisce nel concerto "un intramuscolo di parole", quattro speech in cui si sente ciò che Battisti avrebbe detto, arricchisce la divulgazione, che non vuole però cadere nel didascalico. "C’è fame di questo artista in giro", spiegano i membri del gruppo. E dai riscontri in questa prima parte di questa nuova avventura artistica, è difficile dargli torto.
Chiara Tenca