
Aldo Revello, skipper del Bright di cui si sono perse le tracce nell'Oceano Atlantico
La Spezia, 18 gennaio 2021 - La pubblicazione dell’annuncio di ‘ richiesta di morte presunta’ è intrisa di rassegnazione e sottintende il bisogno della svolta: la rassegnazione a non rivedere mai più il congiunto, il bisogno di chiudere il cerchio di una storia tragica e misteriosa. La storia è quella della sparizione, il 2 maggio del 2018, dei marinai del Bright, la barca a vela di 14 metri di cui si sono perse le tracce nell’Oceano Atlantico, a 330 miglia ad Est delle Isole Azzorre e a 410 miglia da quelle portoghesi, durante il rientro alla Spezia dai Caraibi: lo skipper Aldo Revello, l’amico Antonio Voinea. Il procedimento per giungere alla certificazione giudiziaria del decesso presunto riguarda Aldo, nato nel 1966, originario di Torino, ultima residenza a Castelnuovo Magra. Lì vivono la moglie Rosa Cilano e la figlioletta Sole, di 7 anni, avuta da lei. Rosa si è decisa a fare il grande passo, insieme a Kimberley, figlia maggiorenne di Aldo, frutto di una precedente relazione, d’accordo con i genitori e la sorella del marito Aldo.
Obiettivo: mettere un punto fermo - sul piano legale - alla configurazione giuridica di Aldo che, allo stato degli atti, per l’ordinamento italiano ha la qualifica di ‘persona scomparsa’. La pubblicazione dell’annuncio (avvenuta due giorni fa su La Nazione), – seguendo il rituale del Codice civile e del Codice della navigazione in materia di naufragi – è funzionale a giungere, nell’arco di sei mesi, alla dichiarazione di morte presunta di Aldo, con le conseguenze indotte sul piano civilistico. "Nessun patrimonio in gioco, nessuna eredità" spiega subito l’avvocato Sebastiano Angelo Scarpa che assiste Rosa nel procedimento e che puntualizza "Solo la necessità di gestire il quotidiano, come ad esempio il mutuo della casa di Castelnuovo, la dichiarazione isee per le agevolazioni scolastiche di Sole, la rottamazione della vecchia auto di Aldo, ma soprattutto il bisogno di mettere un punto fermo".
Nessuna relazione con l’inchiesta penale aperta dalla procura di Roma seguito della denuncia di scomparsa? "Questo è un percorso diverso, autonomo". L’avvocato non è intervenuto nel procedimento penale. Chi, con vigore, si era battuta per indurre la procura della Repubblica di Roma ad indagare sulla scomparsa del Bright, ipotizzando che la barca fosse naufragata in conseguenza di un naufragio indotto dalla collisione con un cargo, era stata Rosa; ciò sulla scorta delle dichiarazioni assunte, a mezzo messanger, da una fonte anonima che si era qualificata come “marittimo imbarcato sul cargo”. Il nome di questo era lo stesso del mercantile che - dopo l’allarme Epirb captato e rimbalzato dai satelliti del sistema internazionale Cospas-Sarsat per le operazioni di soccorso in mare - era stato coinvolto nelle ricerche su ordine dell’autorità marittima portoghese, che avevano mobilitato altre unità militari e civili e anche mezzi aerei. Fonte attendibile o millantatore? L’insistenza con la quale aveva compulsato Rosa aveva indotto la stessa a credergli. Anche La Nazione stabilì in contatto con lui ma quando, alla richiesta di una prova del naufragio, veicolò la foto di una barca a vela diversa (seppur di poco) dal Bright, le sue quotazioni caddero. Di certo la procura di Roma non ha sciolto il nodo. Nessuna archiviazione del fascicolo aperto a seguito della denuncia di scomparsa ma nemmeno iniziative mirate ad indagare il cargo che, battente bandiera di Hong Kong, ha poi cambiato nome. Rosa ora è una donna rassegnata: mai più rivedrà il marito, non saprà mai cosa è accaduto in Atlantico. Ora i pensieri prevalenti sono per la figlia, da crescere. Intanto il Tribunale invita chi avesse notizie di Aldo a farle pervenire entro 6 mesi. Se non accadrà, sarà formalizzata la dichiarazione di morte presunta.
Corrado Ricci