REDAZIONE LA SPEZIA

"Sogno di entrare nella Top 10". Gli obiettivi di Lorenzo Musetti

Il tennista, fresco vincitore del bronzo alle Olimpiadi, si è concesso qualche giorno di allenamento allo Junior

Lorenzo Musetti protagonista alle olimpiadi di Parigi con uno splendido bronzo

Lorenzo Musetti protagonista alle olimpiadi di Parigi con uno splendido bronzo

Prima di partire per la Cina, dove lo aspetteranno i tornei di Chengdu, Pechino e Shanghai, Lorenzo Musetti ha scelto di tornare a “casa“, nel centro sportivo dello Junior Tennis San Benedetto per allenarsi intensamente per quattro giorni e per ricaricare le energie davanti alla gente che lo ha visto crescere e che ha sempre creduto in lui e nelle sue qualità.

Che sensazione prova nel tornare a San Benedetto dove la sua carriera ha avuto inizio?

"Qui ho tanti bei ricordi perché è dove sono cresciuto a livello tennistico. Dopo aver cominciato al Circolo Tennis Spezia verso i 14 anni mi sono trasferito a San Benedetto con il mio allenatore Simone Tartarini. A 18 anni poi mi sono spostato a Montecarlo. Negli ultimi anni qui sono tornato pochissimo, ma conosco tutti. È la mia gente". Il 2024 è stato un anno meraviglioso sia a livello personale che professionale (semifinale conquistata sull’erba di Wimbledon, bellissima e emozionante medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Parigi), ma in generale lo è stato per il movimento tennistico italiano.

Cosa crede che sia cambiato e cosa pensa che si possa ancora migliorare?

"Per me è stato un anno ricco di sorprese e mio figlio Ludovico è stato il mio miglior trofeo. A livello professionale ho raggiunto una buona maturità e sono riuscito ad avere una continuità sia di risultati che di livello. Un rendimento da giocatore importante. Specialmente con le vittorie di Yannik Sinner, ma non solo, stiamo facendo notare al mondo il bello del tennis italiano. Questo sul fronte maschile, ma anche su quello femminile stiamo andando davvero molto forte con Jasmine Paolini e Sara Errani che stanno facendo anche in doppio qualcosa di incredibile. Speriamo di poter continuare di questo passo perchè meglio di così è comunque molto difficile fare".

Chi è stata la sua fonte d’ispirazione?

"Il mio punto di riferimento è sempre stato Roger Federer. Sono cresciuto con la sua fotografia nella mia camera. Adesso, però, che sono un giocatore formato cerco di non focalizzarmi su qualcuno in particolare, ma provo a migliorarmi costantemente. Sto tentando di creare la miglior versione di me stesso".

Quali sono le sue aspettative per il futuro e quali obiettivi si è fissato?

"Il primo sogno nel cassetto è quello di riuscire a entrare nella Top Ten. Mancano ancora tanti tornei, oltre a quelli in Asia quelli indoor di Vienna e Parigi-Bercy, e dovrò fare molto bene per tagliare quel traguardo. L’altro obiettivo sarà, invece, ancora più difficile da raggiungere. Vorrei poter accedere alle Masters Finals di Torino, in programma nel prossimo novembre, dove partecipano i primi otto al mondo. Se non quest’anno speriamo di riuscirci almeno il prossimo perché è una competizione di grandissimo livello a cui noi italiani teniamo moltissimo".

Come sono i rapporti con i suoi colleghi?

"Abbiamo rapporti molto stretti e un legame forte. Ci conosciamo da tanto tempo e siamo un bel gruppo. Questa è stata la nostra forza, permettendoci di sollevare la Coppa Davis, nonostante le difficoltà".

Quale consiglio si sente di dare ai bambini che anche grazie al suo esempio si stanno avvicinando a questo sport?

"Sembrerà banale, ma a loro dico che devono prima di tutto pensare a divertirsi. Tutto, infatti, nasce come un gioco, come è successo anche a me. Poi con il tempo la mia passione si è trasformata nel mio lavoro. Certamente mi diverto ancora quando scendo in campo, ma ora le cose sono inevitabilmente diverse. Non bisogna, però, mai perdere la scintilla iniziale. Essere una fonte d’ispirazione per tanti bambini è una grande di soddisfazione. Spero di essere per loro un esempio positivo, come mi auguro di poterlo essere per mio figlio".

Ilaria Gallione