ALMA MARTINA POGGI
Cronaca

"Spezia può farcela. Non le manca nulla"

Mesi di incontri, progettazione e condivisione. Un lavoro enorme, quello che ha portato a comporre tessera dopo tessera il dossier...

Mesi di incontri, progettazione e condivisione. Un lavoro enorme, quello che ha portato a comporre tessera dopo tessera il dossier ’Una cultura come il mare’, contenitore di una città che vuole diventare anche Capitale culturale. Tra i componenti del comitato scientifico che ha fatto sintesi della grande ricchezza di lavoro realizzato dal nutrito gruppo di lavoro c’è Maria Cristina Bigi, direttrice della Casa circondariale della Spezia, da anni impegnata in progetti di inclusione e reinserimento sociale che riguardano i detenuti del penitenziario spezzino. Capacità e conoscenze che ben si sono integrate nell’elaborazione del dossier spezzino. "Sono veramente molto orgogliosa, per l’enstusiamo con cui è stato svolto il lavoro da parte di tutti – dice la Bigi –. Questa è veramente un’opportunità di fare conoscere la nostra bellissima realtà, ricca di storia, di paesaggi stupendi, che ha tante sfaccettature ma che, anche un po’ per il carattere e la riservatezza dei liguri, non sono state sponsorizzate come accade in altre parti d’Italia. Sarei felicissima se Spezia raggiungesse l’obiettivo, e penso che altre città che in passato hanno portuto fregiarsi di questo titolo, non hanno certamente nulla più della Spezia, che ha una sua bellezza, connotazione e carattere che vanno scoperti". La direttrice di Villa Andreino sottolina il "lavoro corposo" portato avanti per mesi, dove gli spunti si sono poi trasformati in progetti ambiziosi capaci di valorizzare le mille sfaccettature della cultura locale. E non è escluso che una delle iniziative culturali portate avanti in questi anni a Villa Andreino possa trovare sfogo nel vasto cartellone di una città proclamata Capitale nazionale. "Ci abbiamo pensato" dice la Bigi, che sottolinea come il carcere soezzino "in questi anni si è contraddistinto per le attività culturali. Lavoriamo tanto sull’inclusione, il fatto di essere stata chiamata per far parte del comitato è sintomo di orgoglio, un riconoscimento per i messaggi culturali che abbiamo costruito in questi anni".