REDAZIONE LA SPEZIA

Spiagge chiuse, locali in trincea. Il rotavirus tra crisi e boom di clienti

"Abbiamo dimezzato il nostro lavoro". Ma c’è anche chi ha visto il proprio ristorante sempre pieno

Spiagge chiuse, locali in trincea. Il rotavirus tra crisi e boom di clienti

Proverbiali sono le lunghe file dei suoi clienti che, dal piccolo ingresso all’angolo di piazza Felice Cavallotti, si accodavano pazienti fin sul limitare della spiaggia del piccolo borgo. Cono o coppetta non aveva importanza, perché il gelato della "Rana golosa" di San Terenzo è da sempre la conclusione di una giornata di sole, tuffi e bracciate al largo. Ma oggi, purtroppo, a sciogliersi in bocca non è più soltanto il delicato gusto cremino ("Quella" è il nome che campeggia sulla targhetta) alla nocciola. C’è soprattutto l’amaro di una stagione chiusa all’improvviso, come le spiagge dalle transenne. Da un mese a questa parte infatti, è il rotavirus a cavalcare l’onda della cronaca e di quel mare che bagna le due spiagge lericine. Spauracchio che aleggia ancora in sospeso sul comune di Lerici, non solo ha segnato la brusca fine delle vacanze di tanti; ma anche dell’attività lavorativa di molti che, come i titolari di bar e di gelaterie, tanto contavano sugli ospiti dei lidi. "Da quando la spiaggia è stata chiusa, il lavoro si è dimezzato – esclama Sonia Calcagno, titolare della stessa gelateria e yogurteria – Noi infatti, lavoriamo soprattutto con i bagnanti e questa chiusura protratta ci ha fatto perdere circa il 20%. Si tratta di un grande danno – prosegue - basti pensare al personale che ho assunto per la stagione estiva e che ho deciso, nonostante questo, di non licenziare a scapito del mio guadagno. Gli anni scorsi si lavorava sino ad ottobre inoltrato ed ora invece si è ridotto anche il turismo straniero che nei mesi autunnali l’ha fatta sempre da padrone". La speranza dei commercianti è di risolvere non solo questo problema: " Il rotavirus – conclude Sonia Calcagno - è l’aggravante che si è aggiunta ora, ma il problema legato allo spurgo delle fogne è un disagio che si ripete puntualmente ogni estate. Ci auguriamo che il sindaco questa volta possa porvi rimedio definitivo". Sotto controllo invece sembra essere, al momento, la situazione per i ristoratori: "Sino ad ora abbiamo regolarmente lavorato – afferma Eda Keci, dipendente del ristorante e pizzeria "Fuoco e fiamme" di San Terenzo – forse lavorando esclusivamente nella fascia serale questo problema ci ha toccato relativamente a differenza di bar e gelaterie. Non possiamo però negare che è un danno all’immagine dei nostri bellissimi posti".

Paradossalmente qualcuno potrebbe anche pensare che non tutto il male vien per nuocere. E’ il caso dei locali della vicina Lerici: "Per quel che ci riguarda, forse ci abbiamo pure guadagnato – afferma sorpresa Clelia De Vito, referente per la gestione del bar e ristorante "Corona" del borgo – infatti i turisti che arrivano, impossibilitati a recarsi sull’arenile, ripiegano indugiando piacevolmente su aperitivi, pranzi e cene. Per settembre poi i numeri sono davvero importanti, arrivando a registrate addirittura un + 30% rispetto a quello dell’anno passato e compensando così i modesti incassi del mese di giugno fallimentare a causa del clima. Dato significativo in questa fine estate con rotavirus, l’incremento nei locali di una insolita clientela tutta italiana: "Soprattutto nel week end – puntualizza De Vito – chi possiede qui la sua seconda casa, ha ovviato all’impedimento balneare con drink, lunghe passeggiate e un menù vista mare". Stesso bilancio per Carlo Bifarelli, titolare del ristorante "L’ ancora di Lerici": "Potrebbe sembrare assurdo – dice – ma questa situazione di disagio si è rivelata a nostro favore, la gente infatti non andando in spiaggia ha avuto un motivo in più per assaporare i nostri piatti. Nel complesso abbiamo avuto un settembre straordinario e ancora stiamo lavorando a pieno ritmo. In particolare a mezzogiorno registriamo un pienone mai visto quando le spiagge erano agibili".

Alma Martina Poggi