
L’ingresso del locale all’epoca dell’inchiesta della Squadra mobile
La Spezia, 1 ottobre 2019 - Erano state assunte come ballerine di lap dance, ma in realtà, dietro i paraventi dei privè, svolgevano il mestiere più antico del mondo. A ‘gestirle’ e a incassare i proventi della prostituzione erano i titolari del locale dove si concedevano a pagamento agli avventori, il «Morgana Club», in via Privata Cieli alla Spezia. Accadeva nel 2011. Ma dietro il giro DI squillo non c’era un’associazione per delinquere strutturata: assolti sul punto i titolari del locale Carmelo e Santoro Romeo e Angela Pangallo e i collaboratori Bruno Sedioli e Luca Berlinghieri. A sei anni dal blitz che portò alla chiusura del night, ieri è arrivato a sentenza il processo relativo all’inchiesta «Pezzi di cuore» sviluppata dalla Squadra mobile anche con l’ausilio di riprese video che hanno immortalato i rapporti tra prostitute e clienti, fra cui alcuni vip.
Il collegio formato dai giudici Diana Brusacà (presidente), Fabrizio Garofalo e Giacomo Nappi ha riconosciuto la consumazione del reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione: i due Romeo, padre e figlio, sono stati condannati a cinque e 5 mesi di di reclusione; Pangallo a quattro anni di reclusione; Berlinghieri a due anni. Per un’estorsione, condannato Luigi Filomeno e Monaco Juan, rispettivamente a cinque anni e tre anni quattro mesi di reclusione. Poi una raffica di assoluzioni per i reati satellite emersi dall’inchiesta. Escono di scena indenni Salvatore Iemma, Mirko Guastini, Biagio Tramonte e Zungri Salvatore: sono stati assolti dall’accusa di estorsione nei confronti di un professionista. Per Santo Platania, Smail Smaili, Giuseppe Iemolo, accusati di spaccio di sostanze stupefacenti, è stata riconosciuta la lieve entità del fatto che ha portato alla sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
Dal processo è emerso, grazie ai video effettuati col ricorso alle telecamere spia, che alcune ballerine si prostituissero. Tuttavia nel dibattimento non si è formata la prova che dietro al sesso al pagamento ci fosse un sodalizio organizzato finalizzato al loro sfruttamento, per pure c’è stato con responsabilità singole. Per Sedioli i giudici hanno convenuto che non c’entrasse proprio nulla: si era limitato ad accompare a casa un paio di volte alcune ragazze che lavoravano nel night. Per lui erano solo ballerine.
Corrado Ricci