LA SPEZIA
Un aumento monstre destinato a pesare per i prossimi anni su tutte le famiglie spezzine; una diffida ad adempiere nei confronti della Provincia affinchè approvi il piano presentato dal gestore del servizio idrico, la rabbia di numerosi sindaci decisi a boicottare il piano e a scongiurare i rincari. C’è tutto questo nella ’guerra dell’acqua’ che da settimane sta interessando lo Spezzino. Tutto ruota attorno all’approvazione dello ’schema regolatorio del quarto periodo’ approvato diversi mesi da Arera – l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente – che comprende il piano tariffario e il programma di interventi presentato dal gestore Acam Acque. Un piano che, a fronte di circa 180 milioni di euro di investimenti nel periodo 2024-2029, individua un aumento delle tariffe del 9.95% per ciascuno dei prossimi sei anni. Un rincaro monstre determinato anche da un’azione di recupero dei maggiori costi sostenuti nell’ultimo triennio – si parla di circa 34 milioni di euro, di cui circa 15 legati all’energia elettrica – e dei mancati introiti registrati negli ultimi anni rispetto a quanto previsto dal precedente piano finanziario: milioni di euro (diversi sindaci parlano di 9; ndr) di mancate entrate dovute al comportamento virtuoso degli spezzini, che verranno comunque recuperati... alzando le bollette a carico degli stessi cittadini che hanno risparmiato. I sindaci sin da subito hanno manifestato la propria contrarietà, tanto che già lo scorso 7 novembre in occasione del Consiglio provinciale – chiamato ad approvare il piano dopo la diffida presentata da Arera su richiesta del gestore –, l’ente avrebbe preso tempo, rinviando la pratica proprio su sollecitazione dei Comuni e aprendo al confronto. Agli atti, nell’ultima settimana, una riunione tra i tecnici dell’Ato idrico e i sindaci, nonchè incontri tra gli stessi sindaci e i rappresentanti di Acam Acque. Un iter che sfocerà nell’Assemblea dei sindaci, che si pronuncerà in via preliminare prima che la pratica sia portata nuovamente in consiglio provinciale.
Nel frattempo, dall’ente di via Veneto è stato chiesto un confronto con Anci e Upi sul tema. Basterà per far cambiar rotta al gestore e ridurre la stangata a carico dei cittadini? Alcuni sindaci della Val di Vara hanno chiesto di ridurre il piano degli investimenti per diminuire gli aumenti, e il gestore sta elaborando alcune simulazioni. Di certo, Arera ha la facoltà di fare carta straccia della delibera del Consiglio provinciale qualora questa non fosse conforme agli standard individuati dall’Autorità per la gestione del metodo tariffario, applicando in maniera autonoma la proposta del gestore e bypassando così la politica. "Abbiamo formalizzato il passaggio di questa pratica in consiglio provinciale per soddisfare i tempi tecnici imposti da Arera e non essere sanzionati. Con i sindaci abbiamo condiviso il percorso e condivideremo la linea da tenere.Gli investimenti sulle reti sono da tutti ritenuti necessari, ma dobbiamo anche garantire gli utenti, in particolare le famiglie che non possono essere gravate da esagerati oneri in bolletta".
Matteo Marcello