REDAZIONE LA SPEZIA

Tari, un braccio di ferro sui 2 milioni di euro

Porto Venere, l’Aeronautica impugna la sentenza della Commissione tributaria di primo grado che si era espressa a favore del Comune

Prosegue il braccio di ferro davanti alla commissione tributaria di secondo grado in ordine al contenzioso tra l’amministrazione di Porto Venere e la base dell’Aeronautica di Cadimare, sostenuta dal Ministero della Difesa. L’oggetto della causa è la richiesta di pagamento avanzata dal Comune per somme inerenti alla Tari relativa agli anni 2010, 2011 e 2012 per oltre un milione di Euro, non condivisa però dall’Aeronautica che si oppone e propone appello. Si parla di cifre ormai che si aggirano sui due milioni di Euro, tra tasse, sanzioni ed interessi, inizialmente calcolate a seguito di un controllo delle superfici nel territorio di Porto Venere occupate dagli immobili della base militare. Lo stesso problema era sorto anche per il Varignano, in cui si trova Comsubin, il raggruppamento subacquei e incursori della Marina Militare, ma si era concluso con una mediazione che aveva soddisfatto entrambe le parti. Il Comune, a seguito di un controllo, aveva riscontrato due problemi: uno nella zona di Cadimare, sede della base che insiste per metà sul comune di Porto Venere e per metà su quello della Spezia e uno alla Palmaria. Nel primo caso risultava che la base pagava al Comune della Spezia solo una quota di superfici, mentre per tutti quelli che producono rifiuti e che sono sul territorio di Porto Venere, non era corrisposta nessuna cifra. Il secondo caso riguarda il Pozzale, all’isola Palmaria, dove c’è un distaccamento-campeggio della base e anche in quel caso è risultata una discrepanza tra cifre corrisposte e quelle che in realtà avrebbero dovuto essere versate. In prima istanza, due anni fa, il giudice della commissione di primo grado aveva dato ragione al Comune. Nella sentenza, firmata dal presidente della commissione Maurizio Caporuscio, insieme ai giudici Mario Baldini e Pia Manni, si leggono le motivazioni addotte dal Ministero della Difesa. Secondo l’Avvocatura di Stato, il Comune vanterebbe pretese improprie in quanto l’area in questione sarebbe utilizzata per attività di carattere addestrativo e di recupero psico fisico delle forze armate. Dai documenti risultano essere presenti un campeggio, con edifici destinati a lavanderia e magazzini, oltre ad un campo sportivo che non risultano essere denunciati. L’amministrazione comunale aveva scomputato dalle superfici imponibili le aree scoscese e ricoperte da vegetazione e comunque, secondo i giudici, la dimostrazione di un eventuale errore di calcolo sarebbe dovuto spettare all’Aeronautica. L’accertamento ha valore retroattivo, ma una cifra forfettaria metterebbe fine alla questione, se il Ministero della Difesa si mostrasse disponibile ad un accordo. Dalla base non fanno dichiarazioni in merito, se non che al momento è tutto fermo e che ci sono alcuni aspetti tuttavia in fase di risoluzione.

Viliana Trombetta