MASSIMO BENEDETTI
Cronaca

La Spezia, chiama sicario per uccidere moglie e suocera: tentato omicidio, 13 anni

La condanna per l’uomo, che aveva ingaggiato una persona. Quest’ultima per 30mila euro avrebbe dovuto simulare un incidente stradale speronando l’auto delle due donne

Carabinieri

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La Spezia, 24 marzo 2023 – Aveva assunto un sicario per uccidere la moglie 40enne dalla quale era separato e la suocera 60enne. Il movente erano motivi economici legati a lasciti testamentari. Ma l’uomo a cui aveva offerto il compenso di 30mila euro, un suo ex dipendente di 67 anni che aveva precedenti con la giustizia ma non era un assassino, aveva raccontato tutto ai carabinieri.

Nicola Zangani, 47 anni, imprenditore originario di Borgotaro ma residente a Sarzana, venne arrestato il 12 dicembre 2021 a Falcinello dai militari dell’Arma e da quel giorno si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio.

Sottoposto al giudizio immediato, il collegio presieduto da Luisa Carta con giudici a latere Giulia Marozzi e Stefania Letizia, dopo quasi tre ore di camera di consiglio, lo ha condannato a tredici anni di carcere con interdizione permanente dai pubblici uffici e la revoca temporanera della potestà genitoriale durante la reclusione.

Il pubblico ministero Elisa Loris aveva chiesto quindici anni, ma la corte gli ha riconosciuto delle attenuanti.

La sentenza è stata pronunciata ieri alle 16, l’imputato era presente in aula. I suoi avvocati difensori di fiducia Salvatore Lupinacci e Fabio Sommovigo hanno sostenuto anche durante l’arringa di ieri la tesi dell’infermità mentale.

Ma la perizia psichiatrica affidata dal tribunale al professor Gabriele Rocca aveva stabilito il contrario. Nicola Zangani, per il perito, è in possesso della capacità di intendere e volere e il suo quadro clinico non è incompatibile con il carcere.

I carabinieri della compagnia di Sarzana diretti dal capitano Luca Panfilo e in particolare l’aliquota operativa guidata dal luogotenente Maurizio Bragazzi, avevano ricostruito nei dettagli il piano architettato da Zangani.

Il sicario avrebbe dovuto simulare un incidente stradale speronando l’auto delle due donne in un punto prestabilito per farle uscire fuori strada, dopo che avevano accompagnato i bambini a scuola.

Zangani si sarebbe recato di persona sul luogo, dove non c’è guard-rail, col sicario. Il giorno scelto era il 13 dicembre, si sarebbe procurato un alibi facendo in modo di trovarsi a Pistoia per lavoro, previa registrazione col telepass delle tratte autostradali percorse. Il sicario, però, il 9 dicembre era andato in caserma a raccontare tutto.

Non appena saputo della volontà di Zangani, i carabinieri si erano prima di tutto sincerati che le due donne fossero al sicuro. E quando il 12 dicembre il mandante aveva incontrato il sicario per dargli un acconto, aveva trovato anche i carabinieri.