Non si placano le proteste dei tifosi aquilotti per il divieto di trasferta nel derby di Carrara stabilito dal Prefetto di Massa Carrara. Un provvedimento giudicato ingiusto che con ogni probabilità si porterà dietro strascichi, come già accaduto in occasoone dello stop alla trasferta di Fenova. Dito puntato in primis sulle motivazioni addotte per il divieto, ovvero episodi (benchè gravi, uno sfociato in omicidio) risalenti però molti anni fa e non connessi a partite di calcio. Gabriele Pierini, presidente del gruppo Belini Frizzanti, che già aveva presentato ricorso al Tar in occasione del divieto nel derby con la Samp, annuncia infatti analoga battaglia legale: "Sto pensando di presentare nuovamente ricorso al Tar. Le motivazioni del divieto non sono condivisibili, si fa riferimento a fatti extra-calcistici che non c’entrano nulla con il calcio. Comunque, anche se ci avessero fatto andare, non avrei organizzato nulla perché con soli 600 biglietti a disposizione sarebbe stato impossibile, visto l’elevata richiesta, stabilire chi doveva andare e chi no. E’ poi grave che si adottino due pesi e due misure: ai carraresi è stato concesso di venire a Spezia (come immagino sarà consentito ai sampdoriani) mentre a noi impediscono di seguire la nostra squadra in trasferta. Viene meno il principio della reciprocità e dell’uguaglianza fra tifoserie". Dello stesso avviso Lorena Bardi, presidentessa del club Franco Cavatorti: "Negare una trasferta, è vietare la libertà dell’individuo. Abbiamo fatto la ’tessera del tifoso’, non si capiscono davvero le motivazioni di questa restrizione che chiamano in causa anche fatti che nulla hanno a che vedere con il calcio. Peraltro, ci sarà un grave danno sportivo per la squadra di D’Angelo perché il pubblico aquilotto avrebbe fatto la sua parte. Così proprio non va bene".
Un’idea condivisa da Liviana Ratti, presidentessa del club Orgoglio Spezzino: "Abbiamo fatto la tessera del tifoso che, in funzione di questi divieti, non serve assolutamente più a niente. Perché i carraresi sono potuti andare a Genova e noi no? E perché gli stessi tifosi apuani all’andata sono venuti a Spezia e noi non possiamo andare a Carrara? La legge deve essere uguale per tutti! Queste restrizioni stanno facendo perdere la passione della gente per il calcio, non ha senso svuotare gli stadi dai sostenitori delle rispettive squadre". Non si capacita del divieto Marco Corsi, presidente del club Luni Ettore Pucciarelli: "Con questa restrizione hanno precluso a noi tifosi spezzini di poter vivere la partita, ma anche agli stessi sostenitori della Carrarese che abitano in provincia di Spezia. È vero che il settore ospiti dello stadio dei Marmi non è all’altezza della cadetteria, con soli 600 posti disponibili, ma questa cosa non deve ricadere sui tifosi spezzini". Vede nero il leader storico degli Ultras Spezia Marco Frione: "Sarà un derby annacquato, ormai è la fine del calcio, vogliono farci vedere le partite in tv. Abbiamo fatto la tessera del tifoso, non incontriamo la Carrarese da una vita, non ci sono stati assolutamente problemi nelle ultime partite, non capisco perché non dare almeno 600 biglietti. Anche perché si stanno usando due pesi e due misure: a Spezia i carraresi sono venuti, a Carrara gli spezzini no". Chiude l’avvocato Luigi Fornaciari Chittoni del club Alta Fedeltà: "È un provvedimento eccessivo, le stesse motivazioni addotte mi lasciano stupito perché il caso in esame del 2011, allorquando morì uno spezzino, nulla hanno a che vedere con il tifo. All’epoca io e il collega Cesare Bruzzi Alieti avevamo assistito i familiari della vittima e la rissa nacque per motivi extra calcistici. Vorrei che lo Spezia intervenisse direttamente, magari con un ricorso al Tar. Si rischia di compromettere l’esito del campionato".