MATTEO MARCELLO
Cronaca

Arsenale della Spezia, topo morto nel lavandino della cucina della mensa

La carcassa rinvenuta lo scorso 12 dicembre. Nessuna derattizzazione. Alzata di scudi del sindacato: "Mancano soldi per la manutenzione"

Operatrice di una mensa (Foto di repertorio)

Operatrice di una mensa (Foto di repertorio)

La Spezia, 13 gennaio 2023 - Un ratto morto nel lavandino della cucina di una mensa, che risulterebbe peraltro ancora in attesa di derattizzazione. Nella Base navale spezzina soffiano venti di guerra: quelli dei sindacati che, nonostante sollecitino da mesi i vertici della Marina militare a migliorare il servizio di refezione dell’Arsenale, si sono trovati di fronte all’ennesimo "evento spiacevole". Un episodio, quello del ritrovamento del ratto morto, avvenuto lo scorso 12 dicembre nella mensa numero 2 della base marittima, e che ha portato le organizzazioni sindacali a rilanciare l’affondo sulle criticità del servizio. "Già da tempo stiamo cercando di attenzionare i vertici della Marina militare rispetto alle criticità delle nostre mense. Non c’è stato alcun miglioramento del servizio, anzi nel contempo si è verificato un evento davvero spiacevole con il ritrovamento di un ratto morto nel lavandino" affermano Emanuele Bernardini di Fp Cgil, Carlo Pietrelli di Cisl Fp, Andrea Canali di Uil Pa, e Christian Palladino di Fld Difesa, con le aree interessate che "a oggi non risulta siano state derattizzate" aggiunge Palladino.

I sindacati sottolineano la "mancanza di risorse per la manutenzione straordinaria e ordinaria delle apparecchiature della cucina, l’assenza di risorse per la manutenzione straordinaria ed ordinaria dei locali cucina e refettorio, il personale non sufficiente" e, non da ultima, la "quota pro-capite, messa a disposizione dal ministero della Difesa, non più in linea con prezzi, anche delle materie prime, in ascesa". Un tema, quest’ultimo, per il quale i sindacalisti spiegano che "2,34 euro pro capite per un pasto, escludono la possibilità di integrare e variare il menù. Il pesce non c’è quasi mai, e l’unica carne distribuita è quella di maiale. In Arsenale, su tre mense solo una, quella più piccola, è disponibile e con personale addetto che opera al freddo, perché senza impianto di riscaldamento". Un problema diffuso anche ad altre mense dei presidi della Marina sul territorio. "Al Comando interregionale Marittimo nord, oltre al problema del microclima, su due linee di distribuzione solo una è parzialmente operativa, mentre al Cssn, per problematiche strutturali, c’è il veicolato e solo una linea di distribuzione, incidendo doppiamente sulla qualità dei prodotti e del servizio. Condizioni che generano una serie di disservizi e malcontenti che ricadono, erroneamente, sulle responsabilità delle commissioni amministratrici delle mense e sui colleghi che vi lavorano" denunciano i sindacati, che evidenziano anche un problema nella qualità dei cibi serviti: "Non si comprendono le dinamiche con le quali l’amministrazione Difesa accetta una fornitura palesemente non in linea con l’accordo quadro per il servizio di vettovagliamento, considerando che, in base a quanto stabilito dal contratto, i prezzi per singolo pasto non possono essere variati e al contempo deve essere garantito, in ogni caso, l’apporto nutrizionale calorico e la qualità organolettica delle pietanze". "In altre parole – dicono i sindacati – non è ammesso ridurre il livello di qualità concordato, nemmeno se dovessero cambiare le condizioni di mercato. È facilmente constatabile che i prezzi alla fonte sono fortemente aumentati e la qualità del servizio mensa è crollata, a pieno discapito dei lavoratori".