"Prima di ogni altra cosa attendiamo l’interrogatorio. Per ora niente riesame". Sono le parole di Stefano Savi, difensore di Giovanni Toti agli arresti domiciliari per corruzione dalla scorsa settimana. L’avvocato negli ultimi giorni ogni mattina va in Procura per concordare una data e anche ieri ha ripetuto che Toti "ha l’esigenza di farsi sentire". Al momento però nulla è stato stabilito, anche se negli ambienti giudiziari genovesi hanno fatto sapere che l’interrogatorio sarà fissato "al più presto". Probabilmente la prossima settimana.
Il legale di Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova, l’unico ad essere finito in carcere nell’indagine per corruzione, ha invece presentato la richiesta di scarcerazione per poi procedere, eventualmente, all’interrogatorio davanti ai pm. L’ex numero uno del porto, dalla scorsa settimana a Marassi, ha cominciato a leggere l’ordinanza di custodia cautelare. "Non sta male – spiega il suo avvocato Enrico Scopesi – vede il cappellano e fa una vita scandita dalle regole del carcere. Stiamo valutando se entro fine settimana depositare una richiesta di sostituzione della misura o al tribunale del riesame o al gip. Anche perché non ci sono mai state e non sono più attuali le esigenze cautelari, non avendo più alcun incarico all’interno dell’autorità portuale". L’avvocato, anche alla luce di quanto sta emergendo dall’inchiesta, precisa che "se e quando uscirà dal carcere si potrà ragionare su un interrogatorio dai pm". Al momento il primo passo più probabile è chiedere una misura meno afflittiva.
Aldo Spinelli che con il gip e i pm ha parlato a lungo, intanto è coinvolto in un’altra inchiesta in veste di rappresentante legale della Spinelli srl. L’imprenditore deve rispondere all’accusa di traffico di rifiuti speciali verso la Turchia. Oggi c’è l’udienza preliminare: il giudice ne ha disposto la traduzione, ma Spinelli rinuncerà.
M.B.