Giovanni Toti sarà ascoltato dai pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti la prossima settimana, anche se per ora non è stata fissata una data. Lo ha chiesto, ieri mattina, il suo avvocato difensore di fiducia Stefano Savi, recandosi in procura per concordare l’interrogatorio del suo assistito. Toti da otto giorni è agli arresti domiciliari nella sua casa di Ameglia con l’accusa di corruzione nell’ambito della maxi inchiesta della procura di Genova, però, come già aveva manifestato venerdì quando si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip, ha intenzione di parlare. "Il pool che sta seguendo le indagini ha un calendario piuttosto nutrito – ha detto l’avvocato Savi – si sentiranno tra loro. Non so quando lo ascolteranno. Lo stato d’animo del presidente è quello di una persona che ritiene di dover spiegare una serie di fatti che hanno avuto un’interpretazione, che giuridicamente noi non condividiamo".
Anche in relazione a quanto ha dichiarato lunedì Aldo Spinelli.
"Non so cosa abbia detto Spinelli – la risposta di Savi – ma se avesse detto che Toti ha fatto delle promesse e poi non le ha mantenute, è la dimostrazione che non c’era collusione. Magari Spinelli aveva delle altre amicizie, degli altri canali".
Perché Toti, sarebbe intervenuto negli affari del porto di Genova? "Il presidente – replica Savi – in questa vicenda ha agito soltanto per evitare che in porto nascesse l’ennesima guerra tra terminalisti sulla spartizione dei moli. Quindi nell’interesse pubblico". Sulle possibili dimissioni del governatore, l’avvocato Savi ha così risposto: "E’ un atto che nella sua posizione, allo stato, non può essere assunto unilateralmente senza sentire gli altri protagonisti politici".
Massimo Benedetti