MATTEO MARCELLO
Cronaca

Toti sceglie di patteggiare. Lavori di pubblica utilità per scontare la pena: "La montagna e il topolino"

Due anni e un mese convertiti in 1500 ore di servizi sociali. Confiscati 84mila euro dai conti. L’ex governatore: "C’è amarezza, ma anche sollievo. Riconosciute molte delle nostre ragioni".

Toti sceglie di patteggiare. Lavori di pubblica utilità per scontare la pena: "La montagna e il topolino"

Giovanni Toti e Paolo Emilio Signorini, all’epoca dei fatti presidente della Regione Liguria e presidente dell’Ap di Genova

"Ci difenderemo da ogni accusa". È il 1° agosto quando il fresco ex presidente Giovanni Toti, uscendo dal cancello della sua villa di Cafaggio, annuncia battaglia in tribunale. Sei settimane dopo, arriva invece la svolta a sorpresa, con la rinuncia a qualsiasi difesa nel merito e la volontà di uscire subito da quell’inchiesta che, oltre a portarlo per 86 giorni agli arresti domiciliari, lo ha ’costretto’ alle dimissioni. L’ex presidente patteggia, evitando così il processo che scatta il prossimo 5 novembre. L’ultima parola spetta ora al giudice del tribunale di Genova. La richiesta, accolta dai pm che da quattro anni indagano sul presunto malaffare che avrebbe legato politica e imprenditoria, prevede il patteggiamento per le accuse di corruzione e finanziamento illecito ai partiti – reati per i quali era stato arrestato all’alba del 7 maggio scorso – con una pena di due anni e un mese, da scontare con 1500 ore di lavori di pubblica utilità, L’accordo prevede anche la confisca di 84.100 euro – somme depositate nei conti del comitato di Toti e contestate dai pm come presunte tangenti – l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e l’inpossibilità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena. "Patteggiamento non significa essere colpevoli – rimarca Toti –. Un accordo con la procura vuol dire trovare una mediazione, le loro accuse, dopo quattro anni di inchieste, intercettazioni e pedimenti, si risolvono in qualcosa di francamente molto derubricato rispetto a quello di cui venivamo accusati. Qualsiasi accordo prevede che ci si trovi a metà strada. In questo caso no: eravamo accusati di corruzione propria, impropria, traffico di influenze, falso, accuse che evidentemente alla fine dei fatti anche i pm hanno deciso che potevano essere derubricate in molto meno. Si dice che la montagna ha partorito il topolino, e mi pare che sia questo il caso".

"Tutti gli accordi – ha aggiunto – lasciano due sentimenti diversi: da una parte l’amarezza di non aver visto riconosciute tutte le nostre ragioni, dall’altra il sollievo di averne viste riconosciute un pezzo importante, ovvero che nessun atto illecito è stato compiuto, tutte le pratiche che sono state fatte sono legittime, tutti i soldi che sono stati donati ai comitati politici sono stati usati solo per la politica e non per l’arricchimento personale". Resta, secondo i pm, un’accusa di corruzione ’ambientale’, ma secondo Toti "se parlare con le imprese e portarle a investire quando le stesse sono finanziatrice della politici significa commettere un reato il problema non è di Toti, ma della politica, è un tema legislativo sul quale la politica dovrà interrogarsi. Per quanto ci riguarda noi non abbiamo ammesso nessuna colpa e francamente dopo quattro anni di inchiesta e tre mesi di comiciliari, vedersi riconoscere dalla Procura tutto questo, è già un successo".

L’ex governatore va oltre, indicando che "per quanto mi riguarda, gli atti di Spinelli, delle spiagge, del porto, per i magistrati sono legittimi. I finanziamenti che abbiamo ricevuto sono stati utilizzati per fare campagna elettorale e non certo per arricchire Toti, che oggi è più povero. Se ci sono dei magistrati che dopo quattro anni di inchiesta offrono un accordo di questo genere, evidentemente ritengono anche loro che molte delle cose di cui eravamo stati accusati erano evidentemente legittime". Una mossa, quella del patteggiamento, che arriva a pochi giorni dall’investitura del sindaco di Genova, Marco Bucci, a candidato della coalizione di centrodestra per le regionali del 27 e 28 ottobre. Secondo Toti, non ci saranno riflessi negativi. "Credo di no. Tutti gli fatti da questa Regione sono legittimi. Mi prendo io un piccolo pezzo di responsabilità rispetto al collegamento tra quegli atti e i finanziamenti avuti dal Comitato Toti, per me un collegamento legittimo che non ha discriminato nessuno e non ha aiutato nessuno".