Aria pesante, stracci che volano, polemiche incrociate. Sull’asse La Spezia-Genova si consuma il primo strappo nel centrodestra dell’era Bucci, e a operarlo è il presidente della Provincia – nonchè sindaco della Spezia – Pierluigi Peracchini. Nodo del contendere è la modifica del metodo di ripartizione delle risorse aggiuntive del Tpl, con le quali sono state definite nuove modalità di riparto delle risorse per i servizi di trasporto pubblico locale su gomma. Una suddivisione dei denari penalizzante per il Tpl spezzino, che si vedrebbe privato di circa 500mila euro rispetto agli scorsi anni. Cosa che, nei piani alti dell’ente di via Veneto non avrebbero affatto apprezzato, tanto da spingere il padrone di casa a scrivere e telefonare più volte al presidente Bucci per esprimere il proprio dissenso. I bene informati parlano di vera e propria lite, con il presidente regionale che non avrebbe mancato di rimarcare lo scarso sostegno del sindaco alle linee programmatiche regionali, e con il presidente della Provincia che di contro avrebbe paventato anche l’ipotesi delle dimissioni qualora la situazione del Tpl non fosse sanata.
La Nazione è entrata in possesso di una delle lettere inviate martedì scorso da Peracchini al governatore Bucci. Una missiva in cui si esorta la Regione a un "necessario intervento correttivo immediato che chiarisca la mera temporaneità e straordinarietà del provvedimento in essere" stabilendo, con un esplicito passaggio normativo aggiuntivo, una limitazione degli effetti alla sola annualità. Poi, l’avviso: "Alternativamente appare molto difficile poter sostenere una linea amministrativa concordata ed inerte con la nuova ripartizione da parte di questa amministrazione". Peracchini poi enuncia tutta una serie di criticità del servizio di trasporto pubblico, dal "decentramento della principale struttura ospedaliera" con la necessità di garantire una costanza di collegamento, alla fragilità del territorio, con frane e limitazioni che impattano sull’organizzazione del trasporto pubblico, in particolare quello scolastico e pendolare, con costanti modifiche del servizio e "con oneri aggiuntivi oggettivi. Una riduzione delle risorse – scrive Peracchini nella missiva – non garantirebbe la capacità di rispondere a queste primarie esigenze".
Non solo: per Peracchini la riduzione delle risorse già in questa annualità "sarebbe sinonimo di limitazione della capacità di programmazione futura", con impatti su Atc non trascurabili, tale da portare al rischio di un "riequilibrio contrattuale". In soldoni? Lo dice lo stesso Peracchini: "Per fare fronte a dati di spesa non più comprimibili, si dovrebbe provvedere con altre leve molto più impattanti, tra cui ulteriori tagli come la riduzione del personale e delle chilometriche e la limitazione degli investimenti".
Matteo Marcello