Tre idee per il futuro del Parco: "Crearne uno solo in tutto il Golfo"

Legambiente e Posidonia propongono il ’Libro bianco’ sulla realtà di Porto Venere. "E’ senza personale"

Tre idee per il futuro del Parco: "Crearne uno solo in tutto il Golfo"

Fabio Giacomazzi

Passato, presente e futuro del parco naturale Regionale di Porto Venere. Non solo una pubblicazione, ma qualcosa in più: uno studio su quello "che non è mai diventato un ente e ora è senza personale, eccezion fatta per il vicesindaco di Porto Venere e un tecnico e un funzionario dell’urbanistica in forza al Comune". A parlare è Fabio Giacomazzi per Legambiente, che ha compilato il ’libro bianco’ insieme a Gabriella Reboa, presidente dell’associazione Posidonia, da cui è nata l’idea. "Un faro" di 41 pagine che va dalla sua costituzione nel 2001 ad un oggi nebuloso, fra gli interrogativi sul masterplan della Palmaria e della tempesta giudiziaria che ha portato ai sigilli al cantiere per lo stabilimento balneare vip al Carlo Alberto, con due procedure di Vas aperte sul Puc di Porto Venere e il piano del Parco. "Al momento siamo ai minimi termini – spiega Giacomazzi - senza risorse e in abbandono; il territorio rientra in quello del Comune e il parco non ha una sua natura giuridica, caso unico in Liguria. C’è stata solo l’eccezione sotto l’ex sindaco Calcagnini, in cui era stato creato un organismo coordinato da Stefano Mugnaini che faceva da contraltare agli uffici comunali ed era vincolante sulle questioni ambientali. Ora siamo lontani da questo e manca autonomia economico-finanziaria". Il libro bianco si propone di guardare avanti, con la costituzione di un osservatorio che tenga un faro acceso sul parco e la sua gestione, valuti criticamente l’operato dell’amministrazione di Porto Venere. Tre le possibili soluzioni delineate per il suo domani. "La prima – dice Giacomazzi – è di associarlo al parco nazionale delle 5 Terre, la seconda trasformarlo in ente e dotarlo di un organismo come sotto la giunta Calcagnini e la terza, la più innovativa, è pensare a un parco unico del golfo, che lo unisca a quello di Montemarcello, scorporato dalla parte fluviale, creando un parco di tipo comunale sulle colline della Spezia. Un disegno futuribile, ma di prospettiva".

Chiara Tenca