
La proposta del leader di Leali, Melley. Entro maggio mozione in Consiglio
Una di loro, Bianca Mori Paganini, scampata all’orrore di Ravensbrück, è poi divenuta testimone vivente degli orrori della deportazione. La seconda, Ines Maloni, dopo una gioventù come operaia alla filanda, ha lottato per i diritti di lavoratori e lavoratrici nel sindacato ed è stata la prima donna eletta nel consiglio provinciale; la terza, Alessandra Carpino Boeri, la prima donna primario ospedaliero della città, docente, ’angelo dei malati terminali’ e co-fondatrice della onlus Gigi Ghirotti. Sono le tre donne, tutte del territorio, a cui LeAli a Spezia vorrebbe intitolare, in concomitanza con la ricorrenza del 25 Aprile, altrettante vie. "Pensiamo che sia giusto e doveroso cogliere questa importante occasione con un gesto di tangibile testimonianza rivolto in particolare alle donne, ad alcune che hanno segnato la vita della nostra comunità durante il periodo della persecuzione nazifascista e delle lotte partigiane, ma anche dopo negli anni a seguire per un grande impegno nella testimonianza e nell’insegnamento, nella vita sindacale e politica e nella cura delle persone".
A parlare è Guido Melley, ispirato da un articolo di Concita De Gregorio. "Ricordava il piacere e la necessità di intitolare a donne gli spazi pubblici: da qui è partita una riflessione, con cui non ho potuto che notare quanto questi siano rari. Ecco, allora, l’idea di metterne insieme tre grandi. Non so dove, ma sarebbe bello che portassero il loro nome vie e piazze vicino ai loro luoghi, come Pitelli per Ines Maloni, e il nuovo Felettino per Alessandra Carpino Boeri e magari un cippo per Bianca Mori Paganini". Una mozione sul tema sarà depositata entro fine mese e discussa entro maggio. "Crediamo molto in questa proposta che speriamo sia fatta propria senza indugi da parte dell’intero consiglio comunale – dichiarano Roberto Centi, Patrizia Flandoli e Giorgia Lombardi del gruppo LeAli/Avs. –; sono storie di donne indomite che meritano essere ricordate". Nessuna polemica, invece, con l’iniziativa recente del consigliere Gianmarco Medusei per un’operazione analoga in memoria di Fabrizio Quattrocchi. "Era un mercenario – conclude Melley –: non una brutta parola, ma un mestiere. Non lo metterei in contrapposizione, piuttosto penserei a dare un segnale sul valore delle donne nel territorio".
Chiara Tenca