
I paesani ci aspettano a messa finita davanti alla chiesa di San Michele Arcangelo (Foto Pasquali)
Arcola (La Spezia), 16 marzo 2025 – Trebiano, il borgo della gentilezza. “Buongiorno”, “Buona domenica”, non è cosa da tutti i giorni, arrivare in un paese, parcheggiare ed essere salutati immediatamente. Pochi metri dal parcheggio chi sorride, chi saluta, chi si presterebbe ad aiutare sconosciuti che potrebbero aver perso la strada. “I trebianesi sono così”, ci dicono, e poco importa che non ci sia un bar, se qualcuno vuole un caffè, di sicuro lo trova. Il saluto dei trebianesi ai viandanti è scolpito anche nero su bianco in una targa all’imbocco del paese, perché non si perda. La “segnaletica” in marmo affissa alla chiesa di San Michele, una sorta di google maps dell’antichità con indicazione per i camminatori, vi si legge la lunghezza della strada tra Romito e Trebiano, 2811 metri, e anche i lavori: iniziata il 15 settembre del 1922.

Basta camminare poco su una piccola salita per capire che Trebiano va fiero della propria storia, in quelle decine di foto, tra cui il tragico bombardamento del 1944, che ritraggono gli abitanti, appese in un percorso nella sede della Pro Loco recuperata nei locali del vecchio bar. In mostra sulle pareti momenti di vita dei trebianesi vengono mostrate con soddisfazione da un trebianese doc Renzo Colombo che compare quasi in tutte, da bambino e da ragazzino: “Questo sono io – mostra con orgoglio – ad un matrimonio, portavo i fiori e poi più grandicello in bicicletta. Sono foto ritrovate nei cassetti, in questo luogo che è il più bello del mondo”. E da uno dei due referenti della neonata associazione Pro Loco Balthazar Sieders, giovane architetto di Rotterdam, che con Joshua Pagano architetto anche lui, hanno recuperato lo storico locale per farne la sede della Pro Loco. Sieders è un personaggio unico, una passione inevitabile che si porta dentro dai Paesi Bassi, quella della bicicletta, promotore di stili di vita sostenibili: “Ho scelto tre anni fa di vivere a Trebiano, qua pongo le basi per il mio futuro”. Infatti è proprio Trebiano dove “casualmente”, ma il destino ha i suoi disegni, ha conosciuto la sua compagna di vita Emilia Nerac, proprio sotto il castello, un’appassionata di giardinaggio urbano, argentina che ha parenti a Trebiano.
Casualità, coincidenze fortuite, che legano persone foreste a Trebiano, non è lo stesso per chi invece ha fatto quei “giri immensi che poi ritornano” da Trebiano altrove per poi tornarvi, come Michela Ravecca, figlia dello stimato Alberto Ravecca per anni segretario della Camera di Commercio di Carrara, ma trebianese. Una famiglia tornata a Trebiano dove Ravecca si è spento a giugno dello scorso anno. A Trebiano si vede tutta la vallata del Magra, la pianura di Sarzana, l’ingresso a Lerici, dal castello si vede anche il mare. Cosa volere di più? I mezzi pubblici, dicono tutti, pochi e la domenica non transitano, il ripristino del collegamento con Lerici che dopo la frana non è stato ancora ripristinato. E un altro parcheggio che dovrebbe essere costruito vicino al cimitero è un progetto fortemente atteso.