Il rombo del motore va in tribunale. Indagati i titolari di officina accusati di disturbo alla quiete

L’esposto era partito dagli abitanti delle case vicine al centro di riparazione, esasperati dal rumore

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Le officine meccaniche devono garantire il contenimento dei rumori e delle emissioni dei gas di scarico per non creare disagio e molestia al vicinato. Per non rischiare di incorrere nelle sanzioni (foto di archivio)

La Spezia, 16 settembre 2024 – Il rombo del motore delle due ruote è musica per gli appassionati ma non troppo per chi ascolta dall’esterno.

Quel “ruggito“ infatti ha disturbato così tanto il vicinato che i titolari dell’officina dovranno adesso presentarsi in Tribunale a Spezia perchè accusati del reato previsto dall’articolo 659 del codice penale ovvero del disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone.

Secondo i residenti della zona infatti il rumore dei motori proveniente dal piazzale esterno dell’attività impediva il riposo e altre attività quotidiane proprio perchè così molesto e forte da far tremare le finestre e gli infissi. Insomma una situazione, a loro dire insopportabile.

Così i titolari del centro di elaborazione e riparazione delle motocilette sono stati denunciati per aver provocato emissioni di gas, fumi e rumori tali da rendere insopportabile la permanenza in casa del vicinato.

La Procura della Repubblica di Spezia ha appena concluso le indagini preliminari e adesso i titolari dall’attività dovranno presentare la loro memoria difensiva.

La vicenda, decisamente singolare, vede come protagonisti i titolari di una officina meccanica in attività in un Comune della Provincia spezzina che svolge principalmente la funzione di riparazione e messa a punto di motori in particolare delle due ruote. Per provare il funzionamento e verificare la bontà del lavoro svolto i tecnici lasciavano dunque accesi i mezzi all’esterno del laboratorio, utilizzando un piazzale.

I residenti delle abitazioni vicine evidentemente non hanno gradito il rumore dei potenti motori e si sono lamentati arrivando poi alla presentazione della denuncia alla Procura della Repubblica. Il sostituto procuratore ha avvisato gli indagati della conclusione delle indagini e adesso i titolari del centro tecnico dovranno presentare la propria memoria difensiva. I titolari risponderanno dei reati commessi in cooperazione tra di loro per la molestia provocata dal rumore, delle emissioni di gas e vapori delle motociclette, ferme nel piazzale dell’officina, riparate oppure rivisionate.

Massimo Merluzzi