REDAZIONE LA SPEZIA

Truffa al canile, in quattro vanno a processo

Antonietta Zarrelli, Ernesto Zagni, Virginia Caleo e Valentina D’Alessandro dovranno comparire l’8 luglio davanti al collegio del tribunale

Il giudice dell’udienza preliminare Marta Perazzo ha rinviato a giudizio quattro persone per la presunta mala gestione del canile municipale di San Venerio. Si tratta della ex responsabile dell’ufficio tutela animali del Comune della Spezia Antonietta Zarrelli, del titolare della Animal Coop che gestiva all’epoca il canile Ernesto Zagni, dell’allora responsabile spezzina dell’associazione Anta Onlus Virginia Caleo e di Valentina D’Alessandro all’epoca direttore della struttura di San Venerio.

Dovranno comparire davanti al collegio presieduto dal giudice Diana Brusacà il prossimo 8 luglio. I fatti contestati dal pubblico ministero Rossella Soffio sarebbero accaduti dal 2013 al 2017, in seguito alle indagini svolte dalla polizia municipale della Spezia e dalla guardia di finanza. Le accuse sono di truffa, falso materiale e ideologico, rivelazione di segreto d’ufficio e anche abbandono di animali.

Al centro dell’inchiesta la gestione del gattile dell’impianto comunale, attorno al quale sarebbero emerse fatture e profitti gonfiati. La Zarrelli e la Caleo devono rispondere in concorso per truffa perché avrebbero falsamente attestato una presenza di gatti nella struttura superiore a quella effettiva, generando dal dicembre 2012 al marzo 2015 un profitto maggiorato di oltre 51mila euro a favore dell’associazione guidata dalla Caleo. Il Comune, a fronte di un contratto che prevedeva un riconoscimento di 2,02 euro al giorno per ogni gatto, avrebbe pagato per animali esistenti solo sulla carta. Analoga accusa ancora per la Zarrelli e per Zagni: in questo caso, il profitto maturato dalla presunta condotta illecita avvenuta tra l’aprile 2015 e il maggio 2017 sarebbe stato di 53mila euro, sborsati sempre dal Comune della Spezia a favore della Animal Coop. La sola Zarrelli è finita nel mirino anche per falsità materiale e ideologica e per rivelazione del segreto d’ufficio. Tra i reati contestati dalla procura anche l’abbandono di animali, che riguarda Ernesto Zagni e Valentina D’Alessandro. Secondo l’accusa, nell’estate del 2015 gli animali vennero lasciati 15 giorni di fila senza cibo, oppure alimentati con cibo scaduto da anni e privati anche delle medicine di cui avevano bisogno per guarire.

Tre sono le costituzioni di parte civile nel procedimento: il Comune della Spezia rappresentato ieri in aula dall’avvocato Stefano Carrabba, Legambiente con l’avvocato di fiducia Valentina Antonini e l’associazione ‘L’Impronta volontari indipendenti’ con l’avvocato di fiducia Massimo Lombardi. Il pool della difesa è composto dagli avvocati di fiducia Andrea Giorgi, Laura Buffoni, Stefania Mannino, Rodolfo Meloni e Francesco Vetere. "Il Comune si è costituito parte civile nel processo per dare un segnale di tolleranza zero sull’eventuale speculazione economica sugli animali e il loro maltrattamento", aveva dichiarato il sindaco Pierluigi Peracchini, che ha anche promesso di devolvere l’eventuale risarcimento al benessere degli animali sotto custodia comunale. Dal 2018 il canile di San Venerio è in gestione all’associazione ‘L’Impronta volontari indipendenti’.

Massimo Benedetti