La Spezia, 11 gennaio 2020 - Il giudice del tribunale di Massa Fulvio Biasotti ha condannato ad un anno di reclusione per truffa, col beneficio della sospensione condizionale della pena, Lucio Boggi di 51 anni, commercialista di Carrara, ritenuto colpevole di essersi procurato un ingiusto profitto acquistando il 10 dicembre 2015 le quote della società che gestisce la cava di marmo portoro sul monte Santa Croce, alla Spezia, senza versarne il corrispettivo. In qualità di amministratore unico e legale rapp resentante della società Aleph Escavazioni aveva acquisito le quote della cava al prezzo di 50mila euro. Gli accordi avrebbero previsto il pagamento con assegno circolare, invece in sede di stipula dell’atto di acquisto davanti al notaio a Carrara, aveva consegnato la distinta di bonifico bancario di 25mila euro quale prova del parziale pagamento delle quote, contestualmente convincendo l’acquirente a rinunciare alla clausola di riservato dominio prevista nel preliminare. Invece, lo stesso giorno, aveva revocato l’ordine di pagamento. Non effettuando neppure il versamento della rimanente parte del prezzo di acquisto, entro la data convenuta del 16 gennaio 2016.
Nell’ultima udienza ha testimoniato la direttrice della banca che aveva emesso il bonifico, la quale ha sostenuto che non fosse stato revocato la sera, bensì al mattino. La stessa cosa dichiarata in aula da Lucio Boggi, perché il giorno dopo l’atto il venditore avrebbe dovuto accompagnarlo nella cava per mostrargli i blocchi di marmo, ma non si sarebbe presentato.
E i blocchi non c’erano più. Solo a quel punto, secondo la sua versione, avrebbe bloccato il bonifico. Ma il maresciallo della guardia di finanza che ha condotto le indagini, ha confermato che il bonifico on-line era stato revocato due ore dopo la stipula del contratto, per la precisione alle 19,43 di quel 10 dicembre. Con la parola ‘storno’. Il giudice Biasotti, pertanto, ha emesso la sentenza di condanna. La vittima è un un 48enne che abita alle Grazie, nel comune di Porto Venere, il quale ora potrà rivalersi in sede civile per la quantificazione del danno, partendo da quei 50mila euro delle quote non corrisposte. Massimo Benedetti © RIPRODUZIONE RISERVATA