MARCO MAGI
Cronaca

Turcato e l’astrattismo

Oggi l’inaugurazione della mostra al Circolo Fantoni nella Galleria Sdamello

Andrea Brandi

Andrea Brandi

Per inaugurare la nuova stagione espositiva con un ciclo di mostre di artisti storicizzati e contemporanei, Alberto Grassi (presidente del circolo culturale Fantoni) si affida alle opere di uno dei più significativi interpreti dell’astrattismo europeo, Giulio Turcato. Un artista che ha arricchito il ‘900 artistico del proprio inimitabile linguaggio, trovando nella forma-colore la ragione di una ricerca inesausta, di una sperimentazione durata sino ai suoi ultimissimi anni di vita. Dalla figurazione stilizzante dei comizi e delle venezie, all’astrazione informale dei reticoli, dalla geniale creazione delle superfici lunari, sino al sontuoso e sensuale luminismo dei cangianti.

Giulio Turcato compie studi d’arte a Venezia, frequentando il liceo artistico e la scuola di nudo artistico. Dopo periodi a Palermo e Milano, nel 1942 espone la sua prima opera (una Maternità) alla Biennale di Venezia. Partecipa alla Resistenza italiana e dopo la guerra decide di stabilirsi definitivamente a Roma, recandosi però a Parigi nel 1946, dove studia l’arte di Kandinsky e Picasso. Intanto il suo astrattismo stava ormai trovando una dimensione unica e originale. Con un percorso forse inverso a quello di Emilio Vedova, ormai proiettato verso la violenza del segno, Turcato andava ‘raffreddando’ le sue creazioni, con colori che paiono sgorgare lentamente dalla tela, usando materiali quali la sabbia (a cui conferisce un caratteristico aspetto cangiante), ricorrendo al monocromo e all’uso della gommapiuma, con la quale confeziona gelide e affascinanti ‘Superfici lunari’.

L’attività espositiva e la fortuna critica di Turcato, hanno pochi eguali nell’arte italiana del ‘900: egli è presente alla Biennale anche nel 1954, 1956, 1958 (Sala personale e vincitore del Premio Nazionale), 1966 (Sala personale), 1968, 1972 (Sala personale), 1982, 1986, 1988, 1993 e ancora un’ultima volta nel 1995, portando a 15 le sue partecipazioni alla rassegna veneziana.

Nel 1951 si aggiudica il primo premio al Premio del Golfo a La Spezia, con l’opera ‘Cantiere’, ora esposta al Camec. La mostra, che sarà inaugurata al Fantoni in Galleria Adamello oggi alle 18, è a cura di Andrea Brandi, con presentazione di Paolo Cozzani, e sarà attiva fino al 15 febbraio (dal martedì al sabato, dalle 14 alle 20), comprendendo opere degli anni ’60 e ’70 di assoluto interesse. Info: 0187 1780909.

Marco Magi