
"Studiare il deposito, al netto del filtro caricaturale che ne rende le forme funzionali agli scopi comici del fumetto, è a mio parere un esercizio oltremodo stimolante, oltre che divertente. Inoltre, con questa indagine, come disse una volta Walt Disney: ’si vuole divertire e sperare che la gente impari qualcosa, piuttosto che istruire le persone e sperare che si siano divertite’". Giacomo Delbene, architetto originario di Vernazza che si divide fra la Liguria e Barcellona, ha unito mestiere e Passione di una vita per le pubblicazioni disneyane – di cui è lettore fin da piccolo e oggi anche accanito collezionista – nella pubblicazione ’Mr. Bin. Architetture per il deposito di Scrooge McDuck’ edita da Maglio, di cui è autore insieme alla collega Mila Nicolic. Uno studio sul leggendario edificio-contenitore di Paperon de’ Paperoni, l’enorme scrigno che contiene l’altrettanto grande fortuna del pennuto famoso tanto per la ricchezza quanto per la parsimonia. E’ la seconda opera che Delbene dedica a questo mondo entrato nella cultura popolare di tutto il mondo.
"Un fumetto apparentemente ingenuo in realtà può rivelare sorprendenti relazioni con il mondo dell’architettura contemporanea. Per questo – spiega – si è voluto avviare un’indagine, ribattezzata ArchiDisney, che mettesse in evidenza le intricate relazioni, idee, intuizioni e citazioni che intercorrono tra architettura e fumetto". Il primo libro si concentrava sulle creazioni di Floyd Goddfredson nel periodo 1930-1975; ora ci si concentra su un edificio divenuto icona, usando come trampolino la produzione di Carl Barks, già inventore di Zio Paperone, per spaziare fra oltre 600mila pagine delle edizioni italiane.
Tutti conoscono il deposito, luogo inaccessibile sempre diverso secondo gli anni e le edizioni, eppure capace di trovare un’identità inscalfibile. "ll money-bin di Paperon de’ Paperoni è uno dei luoghi più famosi del fumetto mondiale e, per quanto la maggior parte dei lettori lo associ alla forma di un massiccio forziere, è davvero intrigante scoprire quante ed eterogenee configurazioni abbia assunto in 70 anni di vita. Nel testo ne approfondiamo oltre trecento".
Chiara Tenca